Un episodio curioso, in cui un uomo nel tentativo di “fuggire” ai domiciliari, alla fine, si è ritrovato ugualmente ad effettuarli ma un piccolo spazio angusto, in latitanza. All’alba di ieri, il personale del commissariato di P.S. di Adrano ha posto fine alla latitanza di I.G. classe ’67, che dal 31 agosto era in fuga. L’uomo ha abbandonato la propria abitazione, in via Catena, in cui era ristretto in regime di detenzione domiciliare, dovendo scontare due anni, due mesi e sedici giorni di reclusione per aver commesso il delitto di furto aggravato.
L’uomo non accettava di dover stare agli arresti domiciliari per due anni così ha deciso di fuggire all’estero, scegliendo la Germania come rifugio. Il latitante però sembrerebbe aver avuto nostalgia di casa e ha deciso di tornare alla propria abitazione. Gli operatori della squadra volante del Commissariato sono venuti a conoscenza del suo rientro in Italia, cominciando un servizio di appostamento e osservazione, finalizzato a verificare la presenza dell’uomo.
Nel momento in cui gli agenti hanno avuto certezza della presenza dell’uomo all’interno dell’abitazione in via Catena, hanno deciso di fare irruzione. La perquisizione è stata lunga poiché effettuata sull’intero stabile, che si sviluppa su tre livelli, con due appartamenti per ogni livello. La prima verifica aveva dato esito negativo ma la seconda, ancor più dettagliata, ha condotto all’accertamento di un vano sulla terrazza dello stabile.
All’interno del vano sospetto vi era una cassapanca che, dagli evidenti segni sul pavimento, era stata collocata in quel preciso punto di recente. Spostata la cassapanca, gli operanti hanno scoperto un foro che immetteva in un altro vano sottostante e una scala a pioli in legno a far da collegamento. Utilizzando la scala, unico punto di accesso, gli agenti trovavano il latitante intento, goffamente, a dileguarsi dalla finestra che immette sui tette delle abitazioni limitrofe.
Incapace di fuggire dalla finestra, gli agenti sono riusciti senza difficoltà a bloccare il latitante ed arrestarlo. Informato tempestivamente il P.M. di turno, quest’ultimo disponeva la traduzione dell’arrestato presso la casa circondariale di Catania.