Parte oggi 17 Novembre, per poi concludersi il 21 dello stesso mese, la diciannovesima edizione di “Magma”, la mostra del cinema breve, che per quest’anno ha dovuto rinunciare, con amarezza, al Multisala Margherita di Acireale, chiuso conformemente alle normative vigenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, adottate dal Governo Conte.
Ma come cita una nota canzone dei Queen “The show must go on – Lo spettacolo deve continuare”, e in uno scenario in cui il mondo dello spettacolo e della cultura sono stati messi forzatamente in stand-by, è un segnale sicuramente positivo (nonostante oggi questa parola faccia un po’ paura), di ripartenza, di voglia di esserci e di non demordere.
Giulia Iannello, responsabile della progettazione culturale del festival, ci racconta come è cambiato Magma ai tempi del Coronavirus, e quali sono state le difficoltà nell’organizzare questa inedita edizione taggata 2020.
«Magma quest’anno ha vissuto una strana condizione. Se da una parte abbiamo avuto molto più tempo a disposizione per pensare, progettare, discutere e analizzare le iniziative culturali che volevamo portare avanti in questa 19° edizione, dall’altra siamo rimasti per tutto l’anno in attesa di capire quale sarebbe stato il nostro destino e alla fine abbiamo compreso che tutte le iniziative in presenza erano impossibili. Avevamo già deciso di puntare maggiormente sull’online, ma solo con la definitiva chiusura dei cinema abbiamo deciso di fare tutta l’edizione in streaming sulla piattaforma Streamcult.»
Quali sono le novità di questa diciannovesima edizione?
«Oltre allo streaming citato prima, la principale novità è che abbiamo ripensato tutto il festival in chiave online: dalle proiezioni, ai momenti di dibattito con i registi, a “Magma Talks” in cui tutti i pomeriggi dal 17 al 20 novembre chiacchieriamo con esperti a vario titolo del settore cinematografico che hanno subito gli effetti della pandemia e reagito con soluzioni alternative e propositive. La giuria, presieduta dal regista Sebastiano Riso, lavora da remoto e anche la premiazione avverrà tra le mura della propria casa. Il premio del Pubblico, solitamente assegnato con delle schede di voto cartaceo, verrà assegnato tramite i form online presenti sulla pagina dello streaming.»
Partliamo dei corti in gara: che argomenti trattano e da dove arrivano?
«La selezione è stata complicata come sempre: abbiamo ricevuto oltre 800 lavori e selezionarne solo 23 è un’impresa ardua ma è anche l’anima del nostro lavoro. La Spagna quest’anno si è superata e ci ha inviato lavori splendidi; come sempre hanno tenuto duro la Francia, la Germania, l’Olanda, ma abbiamo anche film statunitensi, iraniani, libanesi. Dalla fiction all’animazione, dal documentario allo sperimentale, spicca una commedia grottesca sul ruolo della donna nei paesi islamici, una storia apocalittica su una comunità di fanatici, tematiche forti come il caporalato e i viaggi della speranza ma anche argomenti più leggeri come i reality show e i momenti imbarazzanti della vita di ogni giorno.»
La locandina di Magma 2020 è davvero simbolica: puoi raccontarci com’è nata l’idea?
«Quando abbiamo contattato Elisa Puglielli, l’illustratrice della locandina, le abbiamo detto che avremmo voluto mostrare al pubblico l’immagine di un luogo che per noi è sinonimo di sicurezza e calore, la sala cinematografica. A lei è venuta l’idea di collocare questa sala immaginaria nel grembo materno e di distanziare gli spettatori. Quando i cinema sono stati chiusi e siamo andati online, abbiamo inizialmente pensato che quell’immagine potesse apparire inappropriata; eppure subito dopo ci è sembrata forte come non mai. Le sale vanno difese soprattutto ora che sono chiuse, perché possano riaprire il prima possibile.»
Come sarà, a tuo avviso, il mondo del cinema post Covid-19? Che ripercussioni avrà sull’industria cinematografica, sale di distribuzione comprese?
«Anche il mondo del cinema è stato travolto dalla pandemia e, come ogni volta in cui è in corso una rivoluzione, non è chiaro quale sarà lo scenario futuro. Produzioni sospese, distribuzioni deviate su streaming e piattaforme varie, sale chiuse, festival in crisi: molti equilibri sono mutati e forse in maniera definitiva, perciò è necessario tenere duro e concentrarsi sul momento della ripartenza. Allargare le modalità di fruizione di un festival come Magma, ad esempio, costituisce una grande opportunità, una sfida che possiamo e dobbiamo cogliere; niente, però, è paragonabile al vedere un film in sala. Lo schermo cinematografico rappresenta quindi una conquista, un baluardo: noi cinefili ce ne siamo accorti ora più che mai, dopo che ne siamo stati privati per lungo tempo. Mi auguro quindi che l’esperienza di questi mesi non vada perduta, che l’online cresca, che si faccia tesoro di ciò che di buono si è fatto, e che i film continuino ad essere realizzati per esseri visti sul grande schermo.»