Ben 106 anni per nonna Fioretta a Bronte: non si può che festeggiare l’incredibile traguardo. Le celebrazioni sono avvenute in famiglia ma è un’intera Comunità a festeggiare la “nonnina” che si lascia andare a diversi ricordi tra gli anni della guerra, l’amore e la fede per Padre Pio ma soprattutto la passione golosa ma “galeotta” per i pistacchi.
I 106 anni di nonna Fioretta a Bronte ricordando il suo arrivo nella città etnea per amore
Più di un secolo a osservare una Comunità cambiare assieme al territorio Catanese. La decana di Bronte ha festeggiato 106 anni nel Catanese ma la sua storia è da tutt’altra parte. Nonna Fioretta a Bronte ci arrivò per amore del marito, purtroppo defunto.
Cosa spinse a cambiare vita? Il pistacchio, o meglio quello fu l’intermezzo. Nonna Fioretta a Bronte ci arrivò per amore accettando di cambiare paese e nome. Sofia Cannata (così all’anagrafe) nacque a Sortino il 5 febbraio 1917 ed era la terza figlia di quattro (assieme a Ninè, Concettino, lei e Ianuzzo).
Nonna Fioretta ha conseguito la licenza elementare per la gioia di papà, Vincenzo Cannata, e mamma, Marietta Papa, ma nel suo paese di origine vi era anche Antonino Di Bella: un commerciante di Bronte che commerciava pistacchi ed era in affari col papà Vincenzo. “Zio” Nino lavorava con suo nipote Vincenzo Russo (classe 1907). Come nel più tradizionale racconto d’amore dei bei tempi andati, Vincenzo e Sofia (Fioretta) cominciarono a conoscerci e piacersi tra una compravendita e l’altra di pistacchi finché non giunse il fidanzamento nel 1938.
La guerra che divise la giovane coppia, l’attesa del ritorno dal Fronte e finalmente il matrimonio
Nonna Fioretta aveva trovato l’amore della sua vita ma la Seconda Guerra Mondiale incombé sulla giovane coppietta e il neo fidanzato dovette partire per il Fronte. Vincenzo fu spedito in Etiopa e alla donna non rimase che pregare, affidandosi alla devozione per Padre Pio, sperando nel meglio.
Passarono 6 anni prima che Vincenzo riuscisse a tornare ma ancor prima che finisse la guerra, i due si sposarono, esattamente l’8 gennaio 1944 a Sortino. Nella città siracusana rimasero sino all’aprile del 1945 fin quando non presero la decisione di trasferirsi a Bronte. Nonna Fioretta aspettava già il primogenito Arturo e passeranno altri 7 anni prima dell’arrivo del secondogenito Aldo. Purtroppo, l’amore di una vita, Vincenzo, morì nel 1982 lasciando nonna Fioretta vedova.
Nonna Fioretta a Bronte spegne 106 candeline: la devozione per Padre Pio e la festa in famiglia
Fede e devozione per Padre Pio hanno accompagnato le giornate di nonna Fioretta a Bronte e tuttora rimane un’affezionata lettrice di riviste dedicate al Santo e lo inserisce costantemente nelle sue preghiere. In occasione del compleanno l’hanno raggiunta i figli (pensionati), le nuore e i tantissimi nipoti e pronipoti: Cristina e Valentina, Vincenzo e Sofia, Matilde, Luca e Daniele, Damiana, Elena, Nora e Giulia.
Perché il cambio nome? Lo racconta durante la festa proprio nonna Fioretta: «A Sortino la Patrona è Santa Sofia e si usa come vezzeggiativo Sofioletta. Quando ci fidanzammo, mio marito mi propose di farmi chiamare con il diminutivo Fioletta, perché allora Sofia a Bronte era diffuso solo come cognome. Accettai con piacere, ma per tutti diventai subito Fioretta, anche per lui».
Non possiamo dunque che augurare i nostri migliori auguri a Nonna Fioretta per i suoi 106 anni nell’amore della sua famiglia. La sua storia, in fondo, è la storia centenaria di un’intera Isola: tra cambiamenti propositivi e vecchie storie nostalgiche che oramai non esistono più.