Da alcuni giorni, la nota catena di supermercati “Esselunga” ha lanciato un nuovo spot che fa molto discutere e che ha suscitato reazioni discordanti sul messaggio che vuole trasmettere.
Protagonista della pubblicità è una bambina di nome Emma, che, mentre va al supermercato con la madre, compra una pesca da donare al padre, dicendogli però, che gliela “manda la mamma”. Un gesto carino che la bimba fa senza malizia, ma sperando in cuor suo di (come si dice in questi casi) “metterci una buona parola” tra i genitori separati.
Un gesto che serviva anche a dare maggiore valore alla spesa, ma che non è stato apprezzato da tutti coloro che hanno espresso la loro opinione a riguardo.
A spezzare una lancia a favore dei produttori della pubblicità è stato il noto giornalista locale Giacomo Cagnes, che sul suo profilo social ha espresso il suo “libero pensiero”, sostenendo “lo spot di Esselunga se riesce a fare riflettere uomini e donne nel concepimento di figli che poi soffrono” e ricordando che si tratta di “un dato di fatto”.
Per questo motivo, Cagnes riconosce “onore e grande intelligenza per uno spot che ci richiama alla realtà” e che permette di non “impedire ai bambini la sofferenza e farli diventare robot, piccoli animali di affezione per tamponare le necessità soggettive come alcuni si augurano”.
Cercando di “capire alcune posizioni di opinionisti seriali che cercano di caricarsi di responsabilità a cui non affiderei nemmeno la gestione della piantina sottocasa” scrive Cagnes, chiedendo a tutti “cosa c’è di male nel pensare che una bambina nella sua candida vita possa volere papa e mamma vicini e che insieme la possano accompagnare nel suo percorso di vita. Quanti casi ci sono in italia che raccontano di bambini abbandonati dall’ egoismo sempre più perniante della nostra società“.
In fondo tutti “i figli sono pezzi del cuore” con la speranza “che possano esserlo per le generazioni future”.