“A piritera”, un passatempo che ha caratterizzato l’infanzia di molti catanesi

A Piritera, uno scherzo catanese d’altri tempi (o forse no)

La maggior parte dei catanesi sa cos’è una piritera, anche se molti di essi associano a questo termine un significato particolare, mentre altri ne conoscono un altro. Questo è spiegato dal fatto, che mentre per la generazione catanese più vintage, la piritera è un particolare attrezzo medico che si usava in ospedale per aiutare i pazienti a mandare l’aria accumulata nel colon; per le generazioni più giovani, invece, “a piritera” è un passatempo, un gioco, insomma, un vero e proprio modo per fare dei simpaticissimi scherzi (almeno per chi li fa!).

Ma da dove nasce l’idea di utilizzare un cuscino del genere per fare uno scherzo? Eccolo spiegato nella storia della piritera riportata qui di seguito.

Petofono
Petofono o “piritera” catanese

Il petofono, un antico passatempo catanese

A molti catanesi succede a volte di avere “u sbaddu” e di fare uno scherzo a qualche amico o a qualche parente solo per vederne la reazione e iniziare a ridere, anche insieme a lui.

Spesso può accadere però che lo scherzo non viene apprezzato, perché inadeguato al momento o al contesto, come accade a chi resta vittima della cosiddetta piritera, o meglio del petofono, noto anche come cuscino scoreggione o cuscinetto scoreggione,

Questo giocattolo gonfiabile che, quando premuto, emette un suono simile a quello delle flatulenze è stato ideato e diffuso sin dall’antichità, dal giovane imperatore romano Eliogabalo che, durante le cene, faceva uso di cuscinetti rumorosi sotto le sedie degli ospiti più altezzosi, scatenando le risate dei presenti.

Tuttavia, il petofono come lo conosciamo oggi venne ideato negli anni ’20 da alcuni dipendenti della JEM Rubber Co. di Toronto, Canada, utilizando scarti di fogli di gomma.

Nonostante il proprietario dell’azienda lo presentasse a Samuel Sorenson Adams, inventore di vari gadget scherzosi, quest’ultimo lo riteneva “troppo volgare” e non previde alcun successo per esso; successo che arrivò comunque grazie alla Johnson Smith Company a rivelarsi più lungimirante, ottenendo un grande successo nella vendita dei petofoni.

In poco tempo il petofono si è diffuso in tutto il mondo, arrivando anche a Catania, dove si chiama tutt’ora piritera, proprio perché capace di riprodurre fedelmente il suono delle flatulenze o scoregge che dir si voglia.

E ai tanti che può sembrar stupido o addirittura volgare parlare di questo, basterà pensare a tutte le volte che durante l’adolescenza si sono lasciati coinvolgere in uno scherzo di comitiva o addirittura in un piano architettato ai danni dell’insegnante di turno al fine di perdere del tempo ed evitare un impreparato alla lezione.

I catanesi più maturi ricorderanno invece la paura dell’ospedale, dove erano costretti ad andare ogni volta accusavano un mal di pancia e dove venivano sottoposti alla “piritera” per mandare via quell’aria che bloccava l’intestino.

Due varianti di uno stesso termine che rimandano però ad un unico suono, fisiologico sì, ma a volte proprio fastidioso.