Canti popolari siciliani e cultura immateriale: il Museo Pitrè svela il suo tesoro nascosto

Il Comune di Palermo ha organizzato un convegno e una mostra sul tema dei canti popolari siciliani e del patrimonio della cultura immateriale, che si terranno sabato 30 settembre alle ore 16.00 presso il Museo etnografico siciliano G. Pitrè, in viale Duca degli Abruzzi 1.

L’inaugurazione sarà presieduta dal Sindaco Roberto Lagalla, dall’Assessore alla Cultura Giampiero Cannella, dalla Presidente della Prima circoscrizione Lions Cinzia Speciale, dalla Presidente del Lions club Palermo Mediterranea Giovanna Mirabella e dal Presidente di Settimana delle Culture Giorgio Filippone.

Tra i relatori del convegno ci saranno Eliana Calandra, Consulente del Sindaco per la Cultura e già Direttrice del Museo Pitrè, l’etnoantropologa Orietta Sorgi e la Lions Giovanna Mirabella, architetto e storico dell’architettura.

La mostra è stata curata e allestita da Patrizia D’Amico e Silvana Arnone, antropologhe del Museo, con la collaborazione del personale interno.

Durante l’evento, il maestro Giampiero Amato eseguirà musiche della tradizione siciliana e componimenti contemporanei che si ispirano alle sonorità tradizionali e utilizzano gli antichi strumenti che egli stesso costruisce.

La cultura immateriale, intesa come Living Heritage, è stata recentemente il tema delle Giornate europee del Patrimonio, che hanno posto l’attenzione sul “patrimonio vivente”, ovvero l’insieme di valori culturali, tradizioni, pratiche e modi di vivere che vengono tramandati dalle generazioni passate e ancora oggi utilizzati per comprendere il presente e costruire il futuro.

Il Museo Pitrè non solo custodisce le testimonianze della cultura materiale del popolo siciliano tra Otto e Novecento, ma anche quelle della cultura immateriale, come poesie, canti popolari, filastrocche, indovinelli, proverbi, preghiere, orazioni e scongiuri. Nella mostra, che accompagna il convegno, saranno esposti preziosi manoscritti di Pitrè sui canti popolari e i proverbi, statuine degli antichi mestieri e del “contastorie”, piccoli strumenti musicali e programmi degli antichi festini di Santa Rosalia. Si tratta di un patrimonio vivente da tutelare e valorizzare.

L’iniziativa del Comune di Palermo rappresenta un’importante opportunità per approfondire la conoscenza e la valorizzazione della cultura popolare siciliana, contribuendo così alla conservazione e alla diffusione di un patrimonio immateriale di inestimabile valore.