Catacombe dei Cappuccini, un luogo tra sacro e profano
A primo impatto incute timore vedere tutte quelle mummie sospese sulle pareti, quei corpi inermi e scheletrici privi di vita, che racchiudono in sé storie uniche e interessanti, lasciate al tempo per trasmetterle ai visitatori.
In realtà però, le Catacombe dei Cappuccini sono un luogo di cultura e di storia locale, che Palermo vanta da secoli e mostra ogni giorno alle moltissime persone che si accingono a scendere in questo luogo.
Ancora oggi le Catacombe dei Cappuccini sono uno dei simboli di Palermo, situate nel quartiere Cuba e collegate alla chiesa di Santa Maria della Pace, rappresentano uno dei luoghi più visitati del capoluogo isolano.
Leggi la storia delle Catacombe dei Cappuccini riportata qui di seguito.
Storia e curiosità delle Catacombe di Palermo
Le Catacombe dei Cappuccini risalgono al XVI secolo, anche se costruiti su strutture precedenti. Le catacombe dei Cappuccini, situate nel sotterraneo, sono famose ma in realtà fungono da cimitero, non da catacombe nel senso di luogo di culto paleocristiano.
Le gallerie sono state scavate alla fine del XVI secolo in stile gotico e ospitano circa 8.000 salme e mummie che rappresentano una varietà di categorie sociali, con una prevalenza di individui appartenenti ai ceti alti.
Sebbene molte delle salme appartengono ai frati dell’ordine dei Cappuccini, poste lì con la prima inumazione avvenuta nel 1599, all’interno delle Catacombe ci sono anche molti corpi di bambini, imbalsamati tramite un particolare processo che durava circa un anno e coinvolgeva il lavaggio con aceto e il riempimento del corpo con paglia.
Uno degli esempi più noti è quello della mummia della piccola Rosalia Lombardo, che nasconde una storia molto interessante, scopri la storia di questa bambina, leggila qui di seguito.
Un’ospite speciale, la storia di Rosalia Lombardo
Tra le mummie, spicca quella di Rosalia Lombardo, una bambina nata nel 1918 e morta nel 1920 a causa dell’epidemia della febbre spagnola e imbalsamata con una miscela speciale per volontà del padre che non ne tollerava la morte prematura.
La sua salma è posta al centro del corridoio e attira la sua attenzione non tanto per la sua posizione, ma proprio per la sua giovane età e per il suo particolare stato di imbalsamazione eseguita dal dottor Alfredo Salafia e di conservazione, che l’ha resa famosa e nota come la “Bella addormentata”
Tuttavia, nel corso degli anni, è stato necessario adottare misure speciali per preservarla ulteriormente, incluso l’uso di una teca ermetica di acciaio e vetro.
Sembra però che è proprio in quella teca di vetro che la piccola Rosalia abbia aperto e chiuso gli occhi nel 2014, quando le telecamere l’avrebbero immortalata senza però poter divulgare le ipotetiche immagini.
Sarà vero oppure no, questo non c’è lecito saperlo, ma possiamo confermare il valore che nei secoli ha assunto questa salma e tutte le altre presenti in questo luogo sacro.