Ieri 23 dicembre, l’Etna è stata protagonista di una serie di esplosioni dal cratere su-est.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-Osservatorio Etneo, ha comunicato che le immagini della rete di videosorveglianza hanno evidenziato che “alle ore 02:17:38 si è verificata al cratere di Sud/Est un’esplosione impulsiva che ha causato il lancio di prodotti piroclastici grossolani lungo i versanti del cratere e una modesta emissione di cenere rapidamente dispersa dai venti in quota“.
Dal punto di vista delle deformazioni del suolo, ci dicono ancora gli esperti INGV “si registra solo una variazione molto piccola (minore di 0.1 microrad) visibile alla stazione clinometrica sommitale di Cratere del Piano in corrispondenza dell’esplosione“.
Un altro evento esplosivo è stato poi registrato nella stessa giornata alle ore 11.23.
In un suo comunicato, l’INGV diffonde infatti che: “la rete infrasonica ha registrato un singolo evento esplosivolocalizzato al Cratere di Sud-Est. All’evento è associata una ampiezza rilevante (>80 Pa), ma comunque inferiore all’ampiezza dell’evento delle 02:17 (UTC) di questa notte. L’ampiezza media del tremore vulcanico non ha mostrato nessuna variazione significativa e permane sul livello medio con una lieve tendenza all’incremento. Il centroide delle sorgenti del tremore vulcanico risulta costantemente localizzato nell’area del Cratere di Sud-Est ad un’elevazione di circa 2800 m sul livello del mare. Per quanto riguarda le deformazioni del suolo non si segnalano variazioni significative”.
Durante questa nuova fase eruttiva l’aeroporto Vincenzo Bellini è rimasto regolarmente operativo, senza nessun disagio al traffico aereo in arrivo e in partenza.
Questi episodi non ci hanno regalato le spettacolari fontane di lava che abbiamo invece potuto ammirare nel parossismo del 1 dicembre.