Alle ore 03:19:14 del 26 dicembre 2018 una scossa di terremoto della durata di circa 10-12 secondi con magnitudo momento 5,0 (4,9 su scala Richter) con epicentro a Viagrande colpì vari comuni della zona etnea, fra cui Aci Bonaccorsi, Aci Catena, Aci Sant’Antonio, Acireale, Milo, Santa Venerina, Trecastagni e Zafferana Etnea.
Il terremoto seguiva a svariate scosse sismiche di media entità dei giorni precedenti e ad una complessa attività effusiva dell’Etna.
La scossa è stata avvertita nitidamente in gran parte della provincia catanese, dove si è diffusa paura e agitazione tra le popolazione colpita. In molti comuni sono stati segnalati alcuni danni, tra cui diverse lesioni ad alcune abitazioni, la caduta di calcinacci e alcuni crolli nei comuni di Santa Venerina, Aci Sant’Antonio e Fleri, frazione di Zafferana Etnea, dove è avvenuto il crollo parziale di una palazzina dalla quale sono state estratte vive due persone, una delle quali morirà due settimane dopo. In totale i feriti sono stati circa 28, mentre almeno 1.115 gli sfollati.
L’INGV ha precisato che il terremoto di Santo Stefano è stato l’evento di maggiore energia registrato negli ultimi 70 anni sul vulcano attivo più alto d’Europa e che la superficialità dell’evento, il sisma infatti avvenne ad una profondità inferiore ad 1 Km, ha causato la rottura della faglia di Fiandaca per circa 8 Km, da Acicatena sino a Monte Ilice.
Alle difficoltà e ai danni provocati dal sisma, si sono aggiunte nel tempo le lungaggini burocratiche e gli intralci alla ricostruzione che continuano ad alimentare la rabbia e lo sconforto di tutti coloro che hanno perso il loro equilibrio e la loro serenità in quella notte e che vorrebbero soltanto tornare alla loro casa e alla loro normalità.
A questo si aggiunge l’inchiesta aperta nei confronti di ex amministratori, funzionari e residenti di Aci Sant’Antonio, a cui sono state consegnate ben trentasei istanze di riesame nell’ambito di un’inchiesta giudiziaria sui fondi per la ricostruzione dopo il sisma di Santo Stefano del 2018.
L’inchiesta della Procura di Catania si concentra sui fondi erogati all’indomani del terremoto, con i quali si finanziò la ricostruzione delle aree colpite e si diede sostegno alle persone costrette a lasciare le proprie case.