Si è trattato di uno scherzo poco gradito alla mamma di Denise Pipitone, l’ormai ragazza che è scomparsa a Mazara del Vallo il 1° settembre 2004. Un video che due alunne del Liceo Mario Cutelli hanno divulgato in rete, affermando di avere notizie certe sul ritrovamento di Denise.
Secondo la didascalia del video, Denise “é stata rinchiusa per tutto questo tempo nello sgabuzzino della scuola”, ritrovata ora dalle compagne, che ne annunciano la notizia in un video “no clickbait”, trattando “un argomento molto spinoso” come loro stesse affermano in un frame.
Al “come ci si sente qui, oggi una sopravvissuta” e al “ci si sente in modo strano, perché per me è un trauma” delle due ragazzine catanesi la mamma di Denise risponde a tono.
Come la stessa Piera Maggio ha puntualizzato sul suo profilo social, “POICHé il video poco fa è stato reso privato dal canale dove è stato caricato, noi lo renderemo pubblico qui, dopo i dovuti accorgimenti che Mary ha apportato. Oltre a Denise è stata coinvolta una scuola statale un (liceo) di Catania sia nello sfondo del video che nel testo stesso (titolo del video) e pensiamo che queste ragazze ne facciano parte, per cui il nostro auspicio e che vengano presi dei giusti e seri provvedimenti in merito che servano a far comprendere che non tutto può essere attribuibile a un gioco in particolar modo quando nuoce e fa del male a chi ne soffre. Il rispetto è la sensibilità in questi casi dovrebbe essere d’obbligo. Questo serva da lezione“.
La mamma di Denise non ha gradito affatto lo scherzetto delle due liceali e lo ha reso noto, sottolineando che “NO, non lo troviamo affatto un video goliardico anzi è alquanto di cattivo gusto addirittura con l’aggiunta di dettaglio scritto all’interno del video su MMD. Da come si può notare nel video pare sia stato realizzato da due ragazzine addirittura all’interno di un plesso scolastico ipotizziamo la loro stessa scuola. Tutto questo ci crea amarezza. E mai possibile che per qualche like siano disposti a tutto e con tanta leggerezza? Dovreste vergognarvi e riflettere su ciò che avete fatto. Di sicuro non è quello che la scuola e le vostre famiglie vi hanno insegnato”.