Il fercolo di Sant’Agata, o a “vara” così come lo chiamano i catanesi, è una splendida opera d’argenteria che riveste un ruolo centrale nelle celebrazioni delle festività agatine a Catania. Questo imponente tempietto in argento è destinato a portare in processione le sacre Reliquie della Martire catanese attraverso le vie cittadine nei giorni dedicati alla venerazione di Sant’Agata.
Durante la festa, un sacerdote e il maestro del fercolo, noto anche come “capovara”, sono presenti sul fercolo. Il capovara ha la responsabilità di decidere i tempi della processione, comunicando con le maniglie del cordone e con gli operai che si trovano sotto per gestire l’impianto frenante.
Le 6 curiosità sul Fercolo di Sant’Agata
Vediamo alcune delle curiosità che riguardano il Fercolo di Sant’Agata che non tutti conoscono:
1. La sua storia affonda le radici nel lontano 1514, quando l’artista orafo Vincenzo Archifel iniziò a lavorare su questa monumentale opera: arricchita successivamente da ornamenti realizzati dal figlio Antonio, il fercolo ha subito nel corso dei secoli numerosi interventi di restauro e abbellimento. Marchi e sigle presenti sulle parti argentee testimoniano il contributo di diverse maestranze catanesi e messinesi che si sono avvicendate nella sua creazione.
2. Il fercolo si presenta come un tempietto in argento, con colonnine dal capitello corinzio, scene del martirio di Sant’Agata e della traslazione da Costantinopoli sullo zoccolo. Nella parte superiore, a coronamento della copertura, sono presenti statue a tutto tondo raffiguranti i dodici apostoli, simboli legati alla figura di Sant’Agata e al suo martirio.
3. Durante il corso dei secoli, il fercolo ha subito varie trasformazioni e danneggiamenti, tra cui l’ultimo causato dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, che ha reso necessario un totale rifacimento dell’opera. L’attuale fercolo sostituisce uno più antico in legno, forse conservato ad Alcara Li Fusi, nel messinese.
4. Nel corso dei primi anni del dopoguerra, durante il processo di ricostruzione, la statua di Sant’Agata fu portata in processione utilizzando il fercolo di San Mauro di Acicastello.
5. Il fercolo non dispone di un motore proprio ma avanza su cingoli, trainato dai devoti attraverso lunghi cordoni.
6. Ogni dettaglio del fercolo è carico di significato e simbolismo. Dall’addobbo floreale, costituito principalmente da garofani, emerge la differenza tra la processione del 4 e del 5 febbraio. Nel primo giorno, i fiori sono rosa, simboleggianti la Passione e il Martirio, mentre nel secondo giorno il bianco del garofano rappresenta la fede, il candore e la purezza associati al Martirio di Sant’Agata.
Il fercolo di Sant’Agata, con la sua storia ricca e la partecipazione fervente dei devoti, continua a essere una testimonianza tangibile della devozione della comunità catanese verso la sua santa patrona. La sua presenza imponente e la sua maestosità durante le processioni agatine ne fanno uno degli elementi più significativi e suggestivi delle festività religiose a Catania.