Le province di Catanzaro, Cosenza e altre località del territorio nazionale sono al centro di un’importante operazione delle forze dell’ordine, che hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di 38 indagati per traffico di stupefacenti, associazione per delinquere, istigazione alla corruzione ed altro. L’operazione è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catanzaro, dal Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria e dal personale dei Nuclei Investigativi Regionali del Corpo della Polizia Penitenziaria, con il supporto dei militari della Legione Carabinieri Calabria e appartenenti ai comandi territorialmente competenti.
Dai 38 indagati, 16 sono raggiunti dalla misura di custodia cautelare in carcere, 10 sono destinatari della misura degli arresti domiciliari, 5 dell’obbligo di presentazione alla P.G. e 7 della misura della sospensione dall’esercizio delle funzioni per un anno.
L’indagine è stata condotta attraverso diverse attività, tra cui acquisizione di elementi probatori all’interno dell’istituto penitenziario, escussioni, servizi di OCP, riscontri “sul campo” e analisi di dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Gli elementi indiziari acquisiti hanno consentito di delineare due presunti sodalizi criminali operanti all’interno della Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro – Siano, dediti allo spaccio di stupefacenti e all’introduzione, utilizzo e vendita di cellulari e sim card nel carcere.
Si è inoltre emersa la condotta di un Direttore dell’amministrazione penitenziaria e di un funzionario della Polizia Penitenziaria, così come di un altro operante della Polizia penitenziaria, che avrebbero ricevuto compensi da familiari di detenuti per introdurre pacchi contenenti beni vietati, come pure il coinvolgimento di altri agenti di polizia penitenziaria in controlli sui pacchi in ingresso nel carcere e l’appropriazione di derrate alimentari.
Contestualmente è stato eseguito il sequestro preventivo di carte prepagate e di una rivendita di tabacchi e di un negozio di telefonia gestiti da un imprenditore cosentino, che sarebbe organico all’associazione per delinquere finalizzata all’accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti. Il procedimento per le fattispecie di reato ipotizzate è attualmente nella fase delle indagini preliminari.