Nell’ambito delle pratiche di annullamento matrimoniale arrivate a sentenza a Ragusa, emerge un dato sorprendente: su 10 casi trattati, ben 8 sono connessi al livello di capacità psichica dei coniugi nel momento di contrarre matrimonio. Questo dato, rivelato durante la cerimonia solenne di apertura dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico diocesano di Ragusa, solleva importanti riflessioni sulla fragilità relazionale, affettiva e psichica che permea la società contemporanea.
La cerimonia solenne, celebrata per la prima volta nella storia della Diocesi di Ragusa, ha visto la partecipazione del vescovo monsignor Giuseppe La Placa in veste di vescovo moderatore. Questo evento ha ricevuto ulteriore prestigio grazie alla prolusione di monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Conferenza episcopale italiana, il quale ha approfondito i rapporti tra lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica a 40 anni dalla revisione del Concordato.
L’importanza dell’evento è stata sottolineata anche dalla presenza del presidente del Tribunale di Ragusa, Francesco Paolo Pitarresi, e di Emanuela Tumino, rappresentante dell’Ordine degli Avvocati di Ragusa.
Durante la sua prolusione, monsignor Baturi ha evidenziato le distinte responsabilità dello Stato e della Chiesa Cattolica, sottolineando al contempo la necessità di collaborazione tra le due istituzioni per garantire i diritti fondamentali e il benessere delle persone. Ha inoltre evidenziato il ruolo sempre più centrale della Conferenza episcopale italiana, diventata interlocutore dello Stato insieme alla Santa Sede.
Un aspetto di particolare rilievo trattato durante l’evento è stato il matrimonio concordatario con la CEI, reso accessibile a tutti grazie alle risorse messe a disposizione dall’Otto per Mille nel capitolo dedicato alla pastorale. Questo impegno ha reso possibile il ricorso alle pratiche giudiziarie per l’annullamento del vincolo matrimoniale in modo più accessibile, rappresentando un caso unico nel mondo.
A moderare i lavori è stato il cancelliere don Paolo La Terra, il quale ha concluso ribadendo che ogni attività, compreso il diritto, deve avere come centro e obiettivo la persona, in linea con quanto sancito dalla Costituzione, dai documenti conciliari e dagli accordi concordatari.