Il 10 aprile 2024 alle ore 16:30 nella Cappella del Marvuglia del Museo etnografico siciliano “G. Pitrè” (viale Duca degli Abruzzi 1, Palermo) si inaugura la mostra Pitrè inedito. I documenti ritrovati, curata da Eliana Calandra e organizzata dal Museo con Settimana delle Culture e con la collaborazione del Lions Club “Palermo Mediterranea”.
Saranno presenti Giampiero Cannella, vice sindaco e assessore alla Cultura, Giorgio Filippone, presidente della Settimana delle Culture, e Giovanna Mirabella, Presidente Lions Club “Palermo Mediterranea”. Interverrà la curatrice della mostra Eliana Calandra.
L’esposizione, con ingresso libero, sarà visitabile fino al 28 aprile 2024, tutti i giorni dalle ore 9 alle 18:30 (ultimo ingresso ore 17:30). Info: [email protected]
Il 29 aprile 1967 nel Museo etnografico siciliano “G. Pitrè” viene sottoscritto un verbale di consegna: la signora Giuseppina D’Alia Pitrè, nipote e “unica e legittima erede” della figlia di Pitrè, Maria, consegna nelle mani del Direttore del Museo Giuseppe Bonomo oggetti e documenti del nonno, perché entrino a far parte del patrimonio dell’Istituto da lui voluto e a lui intitolato.
Talvolta, i cassetti di un Museo conservano tesori nascosti e poco conosciuti, come in questo caso. Dai due grandi contenitori emergono infatti manoscritti vergati dalla inconfondibile minuta grafia di Pitrè, lettere, bozze, ritagli di giornale, fotografie, tessere personali, libretti militari, onorificenze, telegrammi, persino stralci del registro delle lezioni da lui tenute all’Università di Palermo come titolare della prima cattedra di quella nuova disciplina scientifica che volle chiamare “demopsicologia”, complete di indicazioni degli argomenti trattati.
Entriamo in tal modo nella quotidianità di Giuseppe Pitrè, fatta di studio e ricerca incessante.
Il medico che amava le tradizioni popolari e conosceva il valore della memoria riserva la stessa attenzione ai propri ricordi, raccogliendo in ordinati quaderni manoscritti (ma anche in foglietti volanti) tutti i suoi appunti, a volte semplici intuizioni, a volte testi su cui lavorare per la pubblicazione, conservando scrupolosamente i ritagli di giornale che parlano di lui, o annotando i giudizi dei più noti intellettuali del tempo sulla sua opera. Ritroviamo anche…
Questi documenti inediti ci permettono così di conoscere “dall’interno” il suo metodo di lavoro, e di percepire la vivissima curiosità intellettuale che lo spingeva sempre verso nuovi orizzonti e nuovi campi di ricerca. Emerge anche, indirettamente, la stima e l’ammirazione di cui godeva nella comunità scientifica internazionale.
Questa mostra, che si inaugura nel giorno in cui ricorre l’anniversario della morte del fondatore del Museo (10 aprile 1916), vuole essere un omaggio all’uomo che amava dire di sé “io vivo nel popolo e col popolo” e che, con la sua infaticabile opera, ha raggiunto l’obiettivo che, all’indomani dell’Unità d’Italia, egli stesso si era prefissato: salvare dall’oblio le testimonianze della cultura contadina, delle tradizioni, riti, costumi, usanze del popolo siciliano tra Otto e Novecento. Un patrimonio prezioso da tutelare e valorizzare.