“È passato un anno. Il 29 maggio 2023 sono stato eletto Sindaco di Catania”.
Con queste parole il Sindaco di Catania Enrico Trantino ha iniziato il suo post social nel quale ha tracciato il resoconto di un anno come Primo Cittadino del capoluogo etneo.
Come lui stesso ha scritto, “Non ho mai considerato l’essere Sindaco una carica di cui fregiarsi; semmai di un incarico che mi desse l’opportunità di prendermi cura di Catania: una città meravigliosa, con strepitose potenzialità di crescita, abitata da una moltitudine di cittadini spesso demotivati, se non rassegnati, che rivendicano l’orgoglio della propria identità solo per Sant’Agata o allo stadio”.
Nel suo post Trantino ha voluto sottolineare che, sin dall’inizio, “ha deciso di mettersi al servizio della funzione e dei Catanesi, si è trattato di prendersi carico di un pesantissimo fardello, reso ancora più gravoso dalle aspettative maturate sulla mia persona”.
Lui che, ancora oggi fa i conti con l’atteggiamento di distacco della cittadinanza e “senza volere approfondire le cause, ha cercato fin dall’inizio di ridurre le distanze tra cittadini e istituzione. Le molte scelte compiute, e che caratterizzano il modo in cui con la mia squadra interpretiamo il mandato, rispondono all’esigenza di farci percepire individui come altri”.
Tirando le somme del primo anno del suo mandato, Trantino ha colto l’occasione per concentrarsi “sulle tante cose che non vanno, sui ritardi nelle iniziative pianificate e sulle risposte che non potremo mai dare, se non stipuleremo insieme un patto di collaborazione. Le questioni più anguste, degrado e sporcizia innanzi tutto, non le potremo mai risolvere da soli. Inutile pensare a telecamere, dispiegamento di uomini e mezzi, rimedi repressivi: solo una fiero senso di appartenenza a una comunità, che vuole costruire una città in cui i nostri figli siano orgogliosi di vivere e investire, potrà costituire la svolta. Per questo vado in tutte le scuole e avverto una sensazione di fiducia grazie al lavoro che stanno compiendo i nostri meravigliosi insegnanti: da loro, e dai nostri ragazzi, parte la riscossa; ma ci vorranno anni, e non possiamo correre il rischio che trovino macerie.”
E visto che “la più grande sciagura a Catania è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare”, Trantino spera di poter consegnare “una città migliore, con una condizione di crescita economica e sociale; pur sapendo che tanti problemi non li potremo risolvere”.
Sempre “pronto in qualunque momento a farmi da parte, se qualcuno mi dimostra che quel che non va dipende da mia incapacità, e che al posto mio riuscirebbe a raddrizzare quel che non ci piace. Con i colleghi di Giunta siamo animati dalla garanzia che stiamo compiendo il nostro dovere“
“Ho letto che il pessimista si lamenta del vento. L’ottimista aspetta che cessi. Il realista issa le vele e lo sfrutta per arrivare al traguardo” conclude Trantino, ricordando a tutti che “Catania ha resistito a ogni calamità. Non saranno quei pochi o tanti che credono in un destino di irremovibilità a fermare chi ama questa città. E con chi la pensa allo stesso modo, faremo di tutto per sconfiggere quel destino“.