Emilia-Romagna Approva il Referendum Abrogativo sull’Autonomia
In una svolta decisiva per il dibattito sull’autonomia regionale, l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha dato il via libera alla proposta di indizione del referendum abrogativo contro l’autonomia. La decisione è arrivata questa mattina, poco dopo le 9, dopo una lunga maratona di discussioni cominciata ieri e proseguita per tutta la notte.
L’iniziativa è stata sostenuta da una proposta a prima firma di Marcella Zappaterra (Pd), con il supporto di Federico Alessandro Amico (Coraggiosa), Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini), Silvia Piccinini (M5s), Giulia Pigoni (Iv) e Silvia Zamboni (Europa Verde). Stefano Caliandro (Pd) è stato eletto delegato per le pratiche relative ai quesiti referendari, mentre Silvia Piccinini sarà la delegata supplente.
Durante il dibattito, i partiti di centrosinistra e il M5s hanno ribadito l’importanza del referendum, sostenendo che la riforma proposta ha "aspetti profondamente negativi per la tenuta della coesione sociale e il rischio di aumento delle differenze tra le aree più ricche e quelle più fragili del Paese". D’altro canto, il centrodestra ha criticato il centrosinistra, accusandolo di incoerenza per aver inizialmente sostenuto l’autonomia e ora volerla abolire. "La proposta dell’Emilia-Romagna era diversa e mirava a migliorare la qualità della vita dei cittadini," ha replicato il Pd.
"Con una maratona di 24 ore d’aula per superare l’ostruzionismo della destra," ha dichiarato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, "l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha appena votato due quesiti referendari per cancellare la proposta sbagliata e divisiva del governo e, in subordine, per stabilire che prima di devolvere qualsiasi funzione, il Parlamento e il governo debbano definire e finanziare i Livelli essenziali delle prestazioni per tutto il Paese."
Bonaccini ha sottolineato come l’Emilia-Romagna abbia sempre sostenuto processi di decentramento che favorissero la partecipazione e la solidarietà territoriale. Tuttavia, ha criticato aspramente la legge Calderoli, accusandola di "non mettere un euro sui Lep" e di procedere all’autonomia senza garanzie di equità territoriale, un approccio che rischia di "spaccare ulteriormente il Paese su pilastri essenziali quali la sanità e l’istruzione."
Con il voto dell’Emilia-Romagna e della Campania, ora si attende l’analoga decisione di Toscana, Puglia e Sardegna. "Col voto di cinque Consigli regionali," ha concluso Bonaccini, "sarà possibile chiedere l’indizione del referendum, in analogia a quanto ha già fatto il Comitato promotore nazionale la scorsa settimana a Roma."
La mobilitazione delle regioni contro la riforma sull’autonomia rappresenta un momento cruciale per il futuro dell’organizzazione territoriale italiana, con implicazioni fondamentali per la coesione sociale e la distribuzione delle risorse nel Paese.