Trentino: Turista Francese Aggredito da un’Orsa con Cucciolo
Roma – Vivien Triffaux non dimenticherà facilmente l’attacco dell’orsa Kj1. Il turista francese, vittima dell’aggressione martedì scorso mentre passeggiava in Trentino, riporta ancora le cicatrici fisiche e psicologiche dell’incontro. “Ho diverse ferite agli arti e al torace, ematomi, dolori e lesioni per un morso profondo e diversi graffi”, ha raccontato Triffaux.
La sua esperienza avrà un impatto duraturo. Triffaux era su un sentiero segnalato, il 428, quando ha avuto l’incontro ravvicinato con Kj1. “Non correvo, stavo semplicemente camminando”, specifica Triffaux. Si trovava a un bivio tra una strada forestale e un sentiero sopraelevato, da Dro a San Giovanni al Monte, quando è stato colto di sorpresa. “L’orsa mi è corsa incontro improvvisamente. Ho intravisto un cucciolo dietro di lei e ho capito subito che era aggressiva. Ho avuto solo il tempo per rannicchiarmi a terra e proteggermi, in particolare il collo e la testa. L’orsa mi ha morso in profondità al braccio e mi ha graffiato”.
In quei momenti drammatici, Triffaux ha cercato di allontanarsi dalla pericolosa situazione. “Appena ha allentato la presa, ho cercato di scappare buttandomi nella vegetazione verso la strada forestale”, racconta. Tuttavia, la sua fuga non è stata semplice. “Mi sono alzato in piedi e l’ho affrontata,” rivela Triffaux. “Era sulle zampe posteriori a un metro da me. Ci siamo guardati per qualche secondo e ho cercato di farle capire che non avevo cattive intenzioni. Poi, se n’è andata”.
“Questo incontro brutale e violento mi segnerà per il resto della vita”, afferma il turista francese. Per Triffaux, l’incidente non è solo un ricordo doloroso, ma anche un confronto con il lato più selvaggio della natura, estraneo ma sorprendentemente vicino alle nostre abitazioni. Nonostante la sua esperienza traumatizzante, Triffaux evita di esprimere un’opinione sull’eventuale abbattimento dell’orsa.
"Penso però che questo attacco debba riaprire il dibattito sulla convivenza tra uomo e animali selvatici", suggerisce. La necessità di trovare un equilibrio tra la conservazione della biodiversità e la sicurezza umana è più urgente che mai. Triffaux ricorda che “è l’uomo a causare i danni peggiori alle altre specie” e invita a riflettere su come migliorare la convivenza con la fauna selvatica.
Il racconto di Triffaux è un monito e un appello a una ridefinizione delle nostre relazioni con l’ambiente naturale, promuovendo un dialogo che contempli la sicurezza ma anche il rispetto per la biodiversità.