Olimpiadi di Parigi 2024: Lâargento di Macchi e le polemiche per il arbitraggio
Roma – âUna vergogna inaudita, una porcheria mai vistaâ. Con queste parole il Presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha commentato il controverso esito della finale di fioretto che ha visto protagonista l’italiano Filippo Macchi. La gara, che si è conclusa con la sconfitta di Macchi contro il campione di Hong Kong Cheung Ka Long, ha sollevato un’ondata di critiche verso il sistema arbitrale, specialmente per quanto concerne il ricorso al VAR.
La finale si è giocata con punteggio di 14 pari, ma i due arbitri hanno deciso di non assegnare a Macchi la stoccata vincente per ben due volte, causando un clima di frustrazione tra i sostenitori azzurri e non solo. âNon si fa cosĂŹ, due volte non ha avuto le palle di dare la stoccata vincente a Filippo e alla terza ha completato lâopera. Pazzescoâ, ha continuato Malagò, manifestando la sua indignazione per quello che considera un errore arbitrale crasso.
La serata ha messo in evidenza le difficoltĂ del sistema di video assistenza nel garantire decisioni chiare e giuste. Il trionfo del VAR, in questo caso, è stato annullato dal giudizio umano. Un abbinamento fallimentare, a giudizio non solo di Malagò, ma anche degli appassionati di sport che si sono posti domande sulla trasparenza e sull’efficacia del sistema.
In un momento in cui gli sportivi italiani continuano a combattere per il prestigio nazionale, il sostegno al giovane talento di Macchi è stato quasi unanime. I fan e gli esperti di fencing hanno espresso il loro rammarico per il modo in cui si è svolta la competizione, promettendo di presentare un reclamo ufficiale. âAndiamo a fare reclamo, non servirĂ a nulla, ma è il minimo che possiamo fare.â
Per chi desidera rivivere la gara, è disponibile un video che raccoglie le stoccate contestate e i momenti salienti dellâincontro, acceso dai toni drammatici e dallâintensitĂ della competizione.
Le Olimpiadi, simbolo di sportivitĂ e competizione leale, rischiano di veder compromesso il loro spirito se non si attuano misure per garantire che tali ingiustizie non si ripetano. Con un percorso ancora lungo verso lâorologio di Tokyo 2024, non resta che sperare in un futuro migliore per gli atleti e per il rispetto delle regole nel mondo dello sport.