In Nigeria, le proteste contro il governo infiammano la situazione: il presidente Tinubu promette dialogo
Le tensioni socio-politiche in Nigeria hanno raggiunto un punto critico. Il presidente Bola Ahmed Tinubu ha lanciato un appello ai cittadini, esortandoli a fermare le manifestazioni di protesta che continuano da una settimana, in seguito a eventi tragici che hanno portato alla morte di tredici persone. In un intervento fatto tramite la televisione pubblica, Tinubu ha affermato: “Vi ho sentito chiaramente e comprendo il vostro dolore e la vostra frustrazione” e ha invitato alla creazione di uno spazio per il dialogo.
Le proteste, alimentate dall’hashtag #endbadgovernance ("porre fine al cattivo governo"), sono emerse come una risposta a una grave crisi economica che affligge il paese, caratterizzato da alti tassi di povertà e sistemi di servizi pubblici inefficaci. Le manifestazioni hanno visto partecipanti richiedere politiche economiche e sociali migliori, insieme a opportunità di lavoro, mentre nuovi cortei sono previsti nei prossimi giorni.
La Nigeria, nonostante sia una delle principali economie africane e possieda ricchezze immense in termini di giacimenti petroliferi, sta affrontando una crisi profonda. La valuta locale, la naira, ha perso il 70% del suo valore dal maggio 2023 e l’inflazione ha raggiunto un drammatico 34%, con generi alimentari aumentati di oltre il 40% e costi del carburante triplicati. L’abolizione dei sussidi sul carburante, attuata dal governo all’inizio dell’estate per mantenere in equilibrio il bilancio statale, è stata la miccia che ha scatenato le attuali proteste.
"Il governo è impegnato ad ascoltare e rispondere alle preoccupazioni dei nostri concittadini", ha ribadito Tinubu, sottolineando l’importanza di evitare che la violenza comprometta la stabilità del paese. Tuttavia, mentre il presidente ha parlato di dialogo e comprensione, Amnesty International ha pubblicato un report allarmante che attesta l’uccisione di tredici manifestanti in episodi di violenza legati agli interventi delle forze dell’ordine. L’organizzazione per i diritti umani ha accusato le autorità di usare “tattiche letali per gestire raduni di persone che stanno protestando contro fame e povertà”.
La richiesta di indagini indipendenti su questi casi è stata sostanzialmente ignorata dal governo, aumentando ulteriormente la frustrazione tra i cittadini, già delusi dalle politiche economiche del presidente Tinubu.
In un momento in cui l’eco delle proteste in Nigeria si fa sentire anche a livello internazionale, il presidente si trova ad affrontare una sfida cruciale. La sua capacità di rispondere efficacemente alle richieste dei cittadini e di evitare ulteriori spargimenti di sangue potrebbe determinare il suo futuro politico e quello di un’intera nazione, in cerca di un’uscita da una crisi che sembra sempre più profonda.