Proteste Incessanti in Bangladesh: Dimissioni della Premier Sheikh Hasina e Formazione di un Governo Ad Interim
Bangladesh in subbuglio. Nella giornata di oggi, la premier Sheikh Hasina ha ufficialmente rassegnato le dimissioni, fuggendo in India mentre il Paese è in preda a violente manifestazioni contro il suo governo. L’esercito ha annunciato la formazione di un governo ad interim, accollandosi il compito di riportare l’ordine di fronte a un conflitto che ha già causato un numero tragico di vittime.
Secondo le dichiarazioni del generale Waker-Uz-Zaman, l’esercito si è preso carico della situazione, dunque si attende un intervento diretto per placare le crescente tensioni. "Il Paese ha sofferto molto, l’economia è stata colpita – ha affermato Zaman – e molte persone sono state uccise: è ora di fermare la violenza", una dichiarazione che riflette il grave stato di crisi in atto.
Nelle ultime 24 ore, le manifestazioni hanno provocato almeno 56 morti solo nella capitale Dacca, portando il bilancio totale a quasi 300 vittime dall’inizio delle proteste, che hanno coinvolto studenti e cittadini stanchi di regole di assunzione nelle pubbliche amministrazioni considerate discriminatorie. Queste regole favoriscono i veterani della guerra di indipendenza del 1971, suscitando l’indignazione di una nuova generazione di giovani che si sente esclusa.
Le misure drastiche adottate dal governo uscente, come il coprifuoco notturno, la limitazione dell’accesso a Internet e l’uso di gas lacrimogeni e proiettili di gomma, non sono riuscite a fermare l’ondata di proteste. Anzi, la tensione è aumentata in modo esponenziale, portando Sheikh Hasina, al potere dal 2009, a cercare mitezza altrove. Nel corso di questi eventi tumultuosi, è stata distrutta la statua di Sheikh Mujib, figura fondamentale della storia del Bangladesh e padre di Hasina, simbolo di un passato che i manifestanti ora vogliono contestare.
Anche a livello internazionale, le preoccupazioni si fanno sentire. Josep Borrell, Alto Rappresentante dell’Unione Europea, ha invitato a mantenere "calma e moderazione", esprimendo l’auspicio che ci sia una transizione pacifica verso un governo democraticamente eletto. Borrell ha sottolineato l’importanza di tutelare i diritti umani e di garantire responsabilità per eventuali violazioni durante queste fasi critiche.
Il momento che il Bangladesh sta affrontando è decisivo e rappresenta una sfida sia per il governo militare che per le aspirazioni democratiche della popolazione. Con le tensioni che continuano a divampare, la strada verso la stabilità rimane incerta.