Confisca di beni per un milione di euro a un esponente del mandamento mafioso di Passo di Rigano – Boccadifalco
La Polizia di Stato, attraverso l’Ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniali della divisione Anticrimine della Questura di Palermo, ha eseguito nei giorni scorsi un’importante confisca di beni a carico di S.G., un noto esponente del mandamento mafioso di “Passo di Rigano – Boccadifalco”. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Palermo, ha portato alla confisca di un’intera azienda edile, autovetture e rapporti finanziari per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.
Questo intervento si colloca all’interno di un’operazione più ampia per combattere il fenomeno mafioso. S.G., classe 1950 e attualmente detenuto, è riconosciuto come un’autorità all’interno della famiglia mafiosa di “Uditore”, attiva da decenni nel capoluogo siciliano. La sua carriera nel crimine organizzato affonda le radici negli anni ’90, periodo in cui è stato condannato per associazione mafiosa.
Il suo ruolo nella mafia è stato quello di intermediario negli appalti pubblici, un aspetto chiave che ha contribuito al potere e all’influenza di Cosa Nostra nel settore edile. “S.G. era noto per essere un uomo di fiducia di Salvatore Riina,” le cui tracce sono emerse anche durante le indagini relative alla sua latitanza, quando è stato trovato un notevole materiale informativo sulla comunità mafiosa.
La confisca appena eseguita non è un episodio isolato: negli anni ‘90, S.G. aveva già subito misure simili, incluse sorveglianza speciale e confisca di beni anche a carico di familiari. Queste misure sono state confermate da indagini che hanno dimostrato come le attività imprenditoriali familiari fossero infiltrate dalla mafia per favorire l’aggiudicazione di appalti pubblici.
Le indagini recenti, giunte a conclusione nell’operazione “New Connection”, hanno riacceso l’attenzione su S.G., il quale è stato di nuovo denunciato e condannato per i reati di intestazione fittizia e associazione mafiosa. Nonostante la cessione della società al figlio nel 2008, la gestione pratica è rimasta sotto il controllo di S.G., a conferma della sua continua influenza nel settore.
Si segnala che gli investigatori hanno dimostrato come i beni confiscati siano stati acquisiti grazie a capitali illeciti, confermando il legame tra criminalità organizzata e attività imprenditoriali nel territorio.
Questa operazione della Polizia rappresenta un passo significativo nella lotta contro la mafia in Sicilia, puntando a smantellare le infrastrutture economiche su cui si fonda e operando per il recupero di beni illecitamente guadagnati.