Ombrelloni chiusi in spiaggia: oggi lo sciopero dei balneari ma la categoria è spaccata
Oggi, in una calda mattinata estiva, molte spiagge italiane si sono presentate deserte a causa dello sciopero indetto dai balneari. La protesta, che ha avuto luogo dalle 7.30 alle 9.30, è stata organizzata con l’obiettivo di richiedere risposte immediate al governo riguardo alla regolamentazione e all’assegnazione delle concessioni demaniali marittime. Tuttavia, il movimento non ha trovato un consenso univoco all’interno della categoria, portando alla frammentazione delle associazioni.
Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti hanno scelto di unirsi alla mobilitazione mentre Assobalneari, Federbalneari e Cna hanno deciso di non partecipare allo sciopero. Questa divisione all’interno della categoria ha messo in luce un disorientamento generale e una mancanza di unità di fronte a una situazione di crescente incertezza.
Una protesta a macchia di leopardo
In particolare, il malcontento si è fatto sentire lungo le coste della Romagna, con una partecipazione maggiormente visibile a nord, tra Ravenna e Cesenatico, e meno intensa a sud, nel riminese. CNA Ravenna ha definito il “ritardo” del governo Meloni nella riforma delle concessioni come “un problema grave”, essenziale da affrontare per garantire la stabilità del settore.
I balneari della regione si trovano a fronteggiare l’imminente scadenza delle concessioni, e l’assenza di un quadro normativo chiaro sta generando un blocco degli investimenti, rendendo difficile ogni programmazione a lungo termine. Il clima di incertezza, secondo CNA Ravenna, sta causando gravi difficoltà sia alle singole imprese che all’intero settore turistico.
Disaccordi interni e conseguenze
Dall’altra parte del dibattito, i presidenti di Assobalneari e La Base Balneare con Donnedamare, Fabrizio Licordari e Bettina Bolla, hanno espresso la loro opposizione allo sciopero, sottolineando l’importanza di “non penalizzare i consumatori che scelgono gli stabilimenti balneari italiani per le loro vacanze”. Hanno inoltre posto l’accento sulla necessità di difendere la mappatura governativa per garantire vantaggi a tutti gli attori coinvolti, contrastando le critiche provenienti dall’Unione Europea.
Licordari e Bolla hanno messo in guardia sui rischi di applicare in modo arbitrario le direttive europee, evidenziando l’aumento significativo dei prezzi e le difficoltà che affrontano le aziende del settore, come dimostra il caso del fornitore che ha annunciato la cassa integrazione per 50 dipendenti.
Verso una risoluzione?
Mentre le spiagge continuano a essere al centro delle discussioni, l’incontro promosso dall’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini per il 28 agosto rappresenta un’opportunità per affrontare in modo costruttivo le problematiche attuali. Le organizzazioni stanno spingendo per un chiarimento normativo che possa guidare il futuro delle concessioni demaniali, evitando che la situazione evolva in una competizione disordinata tra i vari comuni.
In conclusione, la giornata di sciopero ha messo in evidenza le contraddizioni e le divisioni all’interno del settore balneare. La risposta del governo e le decisioni future potrebbero rivelarsi cruciali per assicurare una maggiore stabilità e un futuro prospero per le imprese balneari italiani.