Usa: un mega contratto di armamenti da 20 miliardi di dollari per Israele!

Gli Stati Uniti approvano una vendita di armi a Israele per 20 miliardi di dollari

Il Dipartimento di Stato americano ha dato il via libera a un’operazione di vendita di armamenti a Israele, per un valore complessivo di circa 20 miliardi di dollari. Questa nuova partita di armi, che comprende oltre cinquanta aerei da combattimento F-15, missili avanzati a medio raggio, munizioni per carri armati, mortai ad alto potenziale e veicoli tattici, rappresenta un significativo rafforzamento delle capacità difensive israeliane. Le prime consegne sono previste per il 2026.

La decisione di Washington giunge in un momento di tensione crescente nella regione. Mentre l’Iran sta imponendo condizioni per una de-escalation del conflitto, le negoziazioni per la risoluzione della crisi a Gaza continuano a proseguire senza un apparente esito definitivo. In questa cornice complessa, il governo statunitense ha giustificato l’operazione sottolineando che è "vitale per gli interessi nazionali degli Stati Uniti". L’obiettivo è quello di supportare Israele nel mantenere una capacità di autodifesa forte e pronta, in un contesto geopolitico caratterizzato da sfide crescenti e forti incertezze.

L’ammontare della transazione e la tipologia di armamenti inclusi hanno sollevato interrogativi e preoccupazioni tra i gruppi per la pace e le organizzazioni di diritti umani, che vedono in questo afflusso di armi un potenziale aggravamento del conflitto nella regione. Infatti, l’aumento dell’arsenale militare israeliano potrebbe avere implicazioni dirette non solo sui confini della sicurezza israeliana, ma anche sugli equilibri regionali e sulle dinamiche di potere fra le nazioni limitrofe.

Con l’approvazione di questa vendita, gli Stati Uniti consolidano ulteriormente il proprio ruolo di alleato strategico di Israele, un legame storicamente caratterizzato da supporto militare e cooperazione tecnologica. Resta da vedere come questa nuova dotazione di armi influenzerà le relazioni diplomatiche nella regione e quali saranno le ripercussioni sulle iniziative di pace in corso.