L’Italia sotto il peso del caporalato: il 50% delle aziende ispezionate dai Carabinieri risulta irregolare!

L’Italia del caporalato diffuso: irregolari metà delle aziende controllate dai Carabinieri

Un recente comunicato stampa dei Carabinieri ha sollevato un importante allerta sull’illegalità nel settore agricolo italiano, rivelando che durante le ispezioni effettuate dall’1 al 10 agosto 2024, oltre il 52% delle aziende ispezionate presentava irregolarità. In particolare, è stata verificata un’analisi in 958 aziende, con 507 di esse risultate non conformi alle normative vigenti.

Nel dettaglio, sono state controllate 4.960 posizioni lavorative, delle quali 1.268 risultano irregolari, con un preoccupante numero di lavoratori "in nero": ben 346 unità. Il fenomeno del caporalato colpisce in modo particolare i lavoratori extracomunitari: su 2.314 lavoratori controllati, 213 erano impiegati senza contratto. Inoltre, il rapporto ha documentato la presenza di 29 minori, di cui 9 lavoravano in nero.

Le misure adottate dai Carabinieri non si sono limitate ai controlli, ma hanno incluso anche sanzioni severe. Sono stati emessi 145 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale per il 15,13% delle aziende controllate, di cui 75 per lavoro nero e 41 per violazioni in materia di salute e sicurezza. In totale, sono state elevate sanzioni per oltre 5 milioni di euro, insieme a 848 prescrizioni amministrative.

Un altro aspetto allarmante emerso dalle ispezioni riguarda la detenzione di persone coinvolte in attività illegali. 486 persone sono state deferite all’Autorità Giudiziaria per violazioni di leggi sull’immigrazione e norme di sicurezza sul lavoro. Tra queste, 19 sono state accusate di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, alimentando il grave fenomeno del caporalato in diverse province italiane, da Torino a Caltanissetta.

Le operazioni condotte dai Carabinieri hanno portato anche alla liberazione di 50 lavoratori, precedentemente intrappolati in condizioni di sfruttamento. Questo intervento è un segno forte contro una pratica che continua a minacciare la dignità e i diritti dei lavoratori nel settore agricolo.

In un contesto in cui l’agricoltura rappresenta un pilastro dell’economia italiana, è fondamentale attuare misure più incisive e continuative per contrastare il lavoro nero e il caporalato. La lotta contro queste irregolarità è non solo una necessità economica, ma anche un imperativo morale per garantire un lavoro dignitoso a tutti e la sicurezza nei luoghi di lavoro.