L’Ucraina continua la sua avanzata verso la Russia: Zelensky chiede armi missilistiche
Roma – La situazione in Ucraina si fa sempre più intensa e complessa. Secondo le ultime notizie, l’esercito ucraino ha continuato la sua offensiva, colpendo diverse basi aeree russe nelle regioni di Voronezh, Kursk, Savasleyka e Borisoglebsk. Il presidente Volodymyr Zelensky ha proclamato con orgoglio i "progressi" dell’attacco nella zona di Kursk, specificando che l’obiettivo non è l’occupazione territoriale, ma piuttosto il danneggiamento delle operazioni militari russe.
"Abbiamo fatto prigionieri altri 100 soldati russi," ha dichiarato Zelensky, aggiungendo che tali sforzi contribuiranno ad accelerare il ritorno dei soldati ucraini a casa. Per supportare le sue forze, l’Ucraina sta lavorando alla creazione di una “zona cuscinetto” per proteggere il proprio confine e consentire la distribuzione degli aiuti umanitari per i civili russi, oltre a corridoi di transito per gli sfollati in cerca di sicurezza.
In risposta alla crescente tensione, la Russia ha proclamato lo stato di emergenza regionale a Belgorod, segnalando la gravità della situazione.
Su X, il noto social media, Zelensky ha sottolineato l’importanza di dotarsi di strumenti adeguati per continuare la lotta: “Abbiamo bisogno di armi missilistiche," ha affermato. "I nostri droni funzionano come dovrebbero, ma non è sufficiente." Il presidente ha evidenziato l’urgenza di collaborare con i partner internazionali per ottenere soluzioni a lungo raggio: “Decisioni più audaci dei nostri partner limiteranno le azioni di Putin.”
Parallelamente, la situazione umanitaria si complica ulteriormente con la notizia che il rimpatrio di 57 bambini orfani ucraini, bloccato in Italia, è stato rinviato dal Tribunale dei minorenni di Brescia. I bambini, di età compresa tra i 6 e i 16 anni, dovevano partire il 16 agosto, ma la decisione del tribunale ha imposto un prolungamento della loro permanenza in comunità nelle province di Bergamo.
L’avanzata ucraina e la richiesta di armi missilistiche segnano una fase cruciale del conflitto, mentre la comunità internazionale continua a monitorare attentamente gli sviluppi sul campo.