Il catanese che “campa” paga…
A Catania si sa che “chi campa” è costretto a pagare e ad affrontare la vita a testa alta, senza abbattersi di fronte agli eventi quotidiani.
Ma si sa pure che chi ha la possibilità di continuare a campare ha una sorte differente di chi invece è già morto.
Chi vive è sì più fortunato, ma allo stesso tempo non ha altra scelta che pagare i debiti rimasti e sostenere il peso di una quotidianità che si rivela spesso insostenibile. Insomma, chi vive non può sottrarsi alle proprie responsabilità, né esimersi da quello che i cari defunti gli hanno lasciato.
E la sua sorte è diversa da chi muore e sai perché? Scoprilo continuando a leggere.
Com’è il catanese che “mori”…
La morte desta timore e ai comuni mortali resta ancora qualcosa di inspiegabile e spesso inaccettabile; ma è comunque un passaggio obbligatorio nella vita di tutti gli uomini.
Eppure nel detto catanese, sembra che mentre “campa pava”, “cu mori è cunnutu” e solo i catanesi sanno il reale motivo.
Molti sanno che “chi muore giace” come recita in altre parti d’Italia lo stesso detto; ma a Catania chi muore diventa “cunnutu” e non per colpa dell’ex coniuge, ma perché lascia a chi resta in vita i propri debiti e tutte le faccende personali rimaste in sospeso.
Insomma, tra chi vive e chi muore forse la meglio ce l’ha il secondo o no?
Ai posteri catanesi l’ardua sentenza!