Libri di scuola sempre più costosi: è davvero così? La controversia sul destino di librerie e cartolerie si intensifica!

Libri di scuola più cari: tra polemiche e realtà dei prezzi

Roma – È quel periodo dell’anno in cui genitori e studenti iniziano a prepararsi per il ritorno tra i banchi di scuola, e di conseguenza torna a riemergere la questione dei rincari sui libri scolastici e sul materiale didattico. Ma è davvero così? O si tratta di un allarmismo ingiustificato?

Secondo il sindacato dei librai Sil Confesercenti, l’aumento dei prezzi per i libri di testo non supererebbe il 3%. Nella loro nota, affermano che tali incrementi oscillano tra l’1,8% e il 3,5%, sottolineando che molte voci di costo, come dizionari e zaini, non sono spese annuali, essendo necessari solo all’inizio di un ciclo scolastico. In un’epoca in cui le famiglie sono già sotto pressione economica, il sindacato chiede di smetterla di “mettere alla gogna librerie e cartolerie” e di fermare la speculazione su di esse.

D’altro canto, Federconsumatori presenta un quadro opposto, riferendo che i rincari sui libri scolastici raggiungerebbero addirittura un 18%, con una spesa media di 591,44 euro per alunno, solo per i testi obbligatori. Aggiungendo il corredo scolastico, il costo totale sfiora i 1.200 euro per studente, una cifra che molte famiglie faticano a sostenere.

Le spese per il corredo scolastico

Stando ai dati dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, il costo medio del materiale scolastico quest’anno registrerebbe un rincaro di +6,6% rispetto al 2023. In particolare, gli zaini, specialmente quelli tecnologici e trolley, si rivelano i più costosi nel panorama delle spese scolastiche. La situazione è aggravata da una crescente domanda di prodotti tecnologici: dal computer ai programmi didattici, una famiglia può arrivare a spendere oltre 400 euro solo per dotarsi degli strumenti necessari per un’istruzione moderna.

La pressione economica continua a gravare sulle famiglie, portando molti a considerare opzioni più economiche, come il riutilizzo di materiale da anni precedenti o l’acquisto di testi usati, che possono far risparmiare oltre il 28%.

Un punto di vista contrastante

Antonio Terzi, presidente di Sil Confesercenti, sottolinea che le recenti notizie di un aumento esorbitante dei costi sono "lontane dalla realtà". Egli sostiene che tante preoccupazioni nascono da un’accumulazione di costi impliciti, come quello della cancelleria, i cui aumenti si attestano tra il 4% e il 5%, ma sono influenzati da articoli griffati e non da spese scolastiche medie.

La critica di Terzi si estende alle interpretazioni distorte che possono generare "allarmismi esagerati" e orientare in maniera scorretta le scelte d’acquisto. Secondo il sindacato, i librai non sono responsabili dei rincari poiché non hanno il controllo sui prezzi dei libri, essendo impegnati a garantire prezzi competitivi per tutte le fasce di utenti.

Prospettive per le famiglie

In questo contesto di polemiche e dati contrastanti, emerge la necessità di un intervento da parte delle istituzioni. Ci sono già programmi di supporto come buoni e agevolazioni per le famiglie a basso reddito, ma molti sostengono che queste misure ancora non bastano a dare un aiuto concreto vista la persistente precarietà economica.

Il dibattito sui libri scolastici e il materiale didattico rappresenta dunque non solo una questione di costi, ma anche un confronto tra realtà e percezione. Chi ha la responsabilità di stabilire i prezzi? Come possono le famiglie affrontare spese sempre più ingenti per l’istruzione dei propri figli? Le risposte potrebbero essere nelle mani delle istituzioni e di una maggiore trasparenza tra produttori, rivenditori e consumatori, affinché il diritto allo studio non venga compromesso.