Addio assegno unico? Potenziali cambiamenti per le famiglie nel mirino del governo
BOLOGNA – Il governo Meloni sta valutando modifiche sostanziali all’assegno unico, la misura introdotta nel 2021 dal precedente governo Draghi a sostegno delle famiglie con figli. Secondo le prime indiscrezioni, si prevede una revisione dei requisiti di Isee per accedere a questo importante sostegno economico, che attualmente coinvolge circa 6,6 milioni di famiglie italiane.
La modifica dell’assegno unico, che a oggi rappresenta una spesa per lo Stato di 20 miliardi di euro, potrebbe comportare una redistribuzione delle risorse disponibili, con un possibile ritocco degli importi e degli scaglioni di reddito. Questa riforma mira a garantire un aumento del sostegno per alcune categorie, mentre altre potrebbero vedere ridotti i propri benefici. Attualmente, il massimo è fissato a 200 euro per figlio e il beneficio è esteso a circa 10,1 milioni di bambini su un potenziale di 10,7 milioni.
Uno dei cambiamenti più significativi potrebbe essere l’eliminazione dell’assegno da 57 euro per figlio per le famiglie che non presentano l’Isee o per quelle con un Isee superiore ai 45 mila euro. Le risorse recuperate verrebbero ridistribuite a favore delle famiglie con redditi più bassi o con figli disabili, con l’obiettivo di migliorare la presa in carico delle famiglie più vulnerabili.
Tuttavia, il dibattito è acceso. Repubblica riporta che il governo aveva già considerato un intervento sull’assegno unico a fine 2022, senza attuare alcuna modifica. Non va dimenticato che la questione è ulteriormente complicata dalla recente procedura d’infrazione dell’UE riguardante il requisito dei due anni di residenza, una limitazione che penalizzava le famiglie straniere. Questo espande la platea dei beneficiari e, secondo alcuni, potrebbe mettere a rischio la sostenibilità della misura.
Il presidente del Forum delle Famiglie, Adriano Bordignon, ha espresso il suo punto di vista, sottolineando che “l’assegno unico funziona e va mantenuto”. Bordignon ricorda che si tratta del “primo strumento strutturale che il nostro Paese adotta nella sua storia” e avverte che non dovrebbe essere abbandonato, essendo stato votato nell’interesse di tutti da tutte le forze politiche.
Il futuro dell’assegno unico rimane dunque incerto, e le famiglie italiane attendono con preoccupazione le decisioni del governo, consapevoli dell’impatto che queste modifiche potrebbero avere sul loro quotidiano.