Israele decide di mantenere le truppe al confine con l’Egitto: cosa significa per Gaza?

Gaza: Israele Approva la Permanenza delle Truppe al Confine con l’Egitto

Roma – Il governo israeliano ha recentemente dato il via libera alla proposta del primo ministro Benjamin Netanyahu di mantenere le forze armate nel corridoio Philadelphia, che si estende lungo la frontiera tra l’Egitto e la Striscia di Gaza. La decisione è stata comunicata da fonti vicine al governo a diversi media, tra cui il quotidiano Haaretz.

Lo scopo di questa mossa, secondo le stesse fonti, è quello di accelerare i negoziati con Hamas per il ritorno degli ostaggi israeliani. Durante il vertice di gabinetto, la proposta ha ricevuto il consenso di otto ministri, mentre il ministro della Difesa, Yoav Gallant, si è opposto e il ministro della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben-Gvir, si è astenuto dal voto.

Il corridoio Philadelphia, una striscia di terra lunga 14 chilometri e larga circa 100 metri, è al centro dei colloqui tra Tel Aviv e Hamas sin da quando le forze israeliane hanno iniziato a occupare la zona a fine maggio. Questa operazione è stata sostenuta anche dagli Stati Uniti nel contesto dell’offensiva a Rafah, l’ultima città di Gaza a ridosso del confine egiziano, dove si sono rifugiati molti civili in fuga dai bombardamenti.

La presenza delle truppe israeliane ha generato preoccupazioni anche da parte dell’Egitto, che teme una minaccia alla propria sovranità. Fonti diplomatiche suggeriscono che la decisione di mantenere le forze militari nella zona complicherà ulteriormente i negoziati con Hamas, fomentando tensioni già esistenti tra i palestinesi e il governo egiziano, visto che il Cairo rappresenta l’unica via di accesso o uscita per la Striscia di Gaza.

Durante un incontro con le famiglie degli ostaggi, Netanyahu ha dichiarato che il controllo del corridoio Philadelphia è una priorità assoluta per il suo governo, evidenziando come sia stato un punto di transito per armi e mezzi destinati a Hamas. L’attacco del 7 ottobre, in cui quasi 250 persone sono state prese in ostaggio, ha sottolineato la delicatezza della situazione, con un numero significativo di ostaggi ancora nelle mani dei combattenti palestinesi.

Sebbene la decisione del governo israeliano abbia suscitato preoccupazioni e critiche, al momento non si segnalano reazioni ufficiali da parte del governo egiziano. La situazione resta tesa e le implicazioni di questa mossa potrebbero influenzare non solo i negoziati con Hamas, ma anche le dinamiche regionali più ampie.

In conclusione, mentre il governo di Netanyahu cerca di risolvere la questione degli ostaggi e di rafforzare la propria posizione di sicurezza, la decisione di mantenere le truppe al confine con l’Egitto rischia di inasprire ulteriormente i conflitti esistenti e di complicare le relazioni diplomatiche nella regione.