La tragica storia di Moussa Sangare, l’assassino di Sharon Verzeni: da sognatore a criminale
ROMA – La notizia dell’omicidio di Sharon Verzeni ha scosso profondamente l’opinione pubblica italiana. A compiere l’orrendo gesto, Moussa Sangare, un 31enne di origini maliane, ora al centro di un caso che evidenzia le tematiche della violenza, della droga e della musica. "Non so spiegare perchĂ© sia successo, l’ho vista e l’ho uccisa”. Queste sono le parole che hanno rivelato il dramma di un individuo la cui vita sembrava essere diretta verso il successo artistico, prima di imboccare una strada oscura.
La notte tra il 29 e il 30 luglio, Sangare ha accoltellato a morte Sharon, infliggendole quattro coltellate. L’arma del delitto è stata rinvenuta dai carabinieri, sepolta sulla riva del fiume Adda, mentre le immagini delle telecamere di sorveglianza di una banca hanno contribuito a confermare la sua presenza sulla scena del crimine. Gli ultimi sviluppi dell’inchiesta mostrano come l’intervento di alcuni testimoni, due cittadini marocchini, sia stato cruciale per identificare l’assassino.
Moussa Sangare sognava di diventare un artista musicale. Nel 2016, ha collaborato con il rapper Izi, partecipando al brano “Scusa”, che ha ottenuto oltre 14 milioni di visualizzazioni su YouTube. Le sue ambizioni lo hanno portato a girare in Inghilterra e negli Stati Uniti, ricercando riconoscimenti nel mondo della musica e incrociando talenti di spicco come Ghali e Tedua. Tuttavia, nonostante i tentativi di sfondare nel settore, i suoi sogni si sono infranti, culminando in un provino deludente per X Factor.
Dopo il ritorno a Suisio, un comune di circa 4.000 abitanti, vivere è diventato problematico per Sangare. Diverse denunce sono state sporte dalla madre e dalla sorella per maltrattamenti, segno di un deterioramento della situazione familiare. Sentimenti di frustrazione e fallimento si sono intensificati, trasformando un ragazzo conosciuto per il suo spirito solare in un individuo violento.
Gli agenti del sociale e i residenti raccontano di episodi inquietanti. "Lo vedevo consumare droga qua nella via, in piazza, ovunque," afferma un vicino di casa. Le tensioni in famiglia culminano in comportamenti violenti, inclusa un’episodio in cui Sangare ha minacciato la sorella con un coltello. L’emarginazione e la difficoltĂ di reinserimento nel tessuto sociale sembrano averlo condotto a una spirale autodistruttiva fino a giungere ad un omicidio premeditato.
La trasformazione da aspirante artista a killer segna un’amara riflessione sulla fragilità umana e le conseguenze di una vita segnata da insuccessi e dipendenze. Moussa Sangare rappresenta un caso emblematico di come le speranze possano svanire, lasciando spazio a demoni interiori difficili da domare. Una storia che solleva interrogativi complessi sulle dinamiche sociali, la salute mentale, e le sistematiche carenze di supporto per coloro che si trovano in situazioni vulnerabili.