Copernicus: L’estate 2024 segna un record di calore senza precedenti
L’estate del 2024 rimarrà impressa nella memoria collettiva non solo per le sue temperature elevate, ma soprattutto perché è stata ufficialmente dichiarata la stagione più calda mai registrata, sia in Europa che a livello globale. Questa sconvolgente notizia proviene dal servizio di monitoraggio climatico europeo Copernicus, che ha pubblicato un rapporto dettagliato questa mattina.
Nello studio, la vicedirettrice di Copernicus, Samantha Burgess, ha messo in evidenza che giugno e agosto del 2024 sono stati i più caldi mai registrati, con un picco nelle temperature che ha portato a registrare il giorno più caldo della storia. Burgess ha inoltre sottolineato che tali dati potrebbero contribuire a rendere questo anno il più caldo di sempre, superando i record stabiliti negli anni precedenti.
Al centro di questa analisi ci sono le conseguenze potenzialmente devastanti degli eventi meteorologici estremi, che, come avverte Burgess, potrebbero diventare più frequenti e intensi. “A meno di un intervento urgente per ridurre le emissioni di gas serra, gli impatti sul nostro pianeta e sulle vite delle persone saranno sempre più gravi”, ha affermato la vicedirettrice. Questo monito ha un’importanza inderogabile nel contesto attuale caratterizzato dai cambiamenti climatici.
Tra i risultati significativi, Copernicus ha registrato una temperatura media dell’aria in superficie nel mese di agosto che ha superato di 0,71 gradi la media dello stesso mese nel periodo dal 1991 al 2020. Nonostante il picco globale, va notato che l’agosto più caldo in Europa rimane quello del 2022, un’ulteriore indicazione di un trend di crescita delle temperature che desta preoccupazione tra gli esperti.
Con queste statistiche, il messaggio è chiaro: il riscaldamento globale non è più un fenomeno lontano, ma una realtà palpabile che richiede attenzione e azioni immediate per mitigare la sua evoluzione. L’estate del 2024 si colloca quindi come un ultimo campanello d’allarme, evidenziando l’urgenza di una risposta collettiva per affrontare una delle sfide più pressing del nostro tempo.