Il Consiglio di Stato frena il liceo del Made in Italy: le ragioni del rinvio e la risposta del Ministero
In un colpo di scena che sta scuotendo il mondo della scuola, il Consiglio di Stato ha sospeso il proprio parere vincolante sul nuovo liceo del Made in Italy, un’iniziativa del governo volta a promuovere la creatività nell’industria e nell’artigianato nazionale. Questa decisione, ufficializzata il 12 settembre 2024, potrebbe ritardare il lancio del nuovo indirizzo scolastico fino all’anno accademico 2025/2026.
Il liceo, concepito per sostituire il Liceo economico sociale, si scontra con problematiche burocratiche significative. Secondo quanto emerso, è mancato il preventivo parere della Conferenza unificata Stato-regioni, un passaggio ritenuto "ineludibile" dal Consiglio. Senza questa procedura, l’organo non è in grado di fornire un parere completo sulla normativa proposta, evidenziando l’importanza di seguire correttamente gli iter amministrativi.
Oltre alle questioni burocratiche, ci sono anche preoccupazioni relative alla preparazione dei docenti, essenziali per l’insegnamento di materie non linguistiche in lingua straniera, previsto a partire dal terzo anno. Il Consiglio di Stato ha evidenziato che formare adeguatamente gli insegnanti potrebbe comportare costi non previsti, ponendo interrogativi sulla tanto discussa “neutralità finanziaria” del progetto.
Tuttavia, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha immediatamente puntualizzato la propria posizione, sottolineando che il parere del Consiglio di Stato è interlocutorio e non indica uno stop definitivo. In un comunicato ufficiale, il Ministero ha anche fatto sapere che il parere della Conferenza Stato-Regioni, che è giunto a sostegno del progetto, è pienamente favorevole. Inoltre, viene smentita l’idea di un blocco del nuovo liceo, definendo le notizie allarmistiche come infondate.
Con questa situazione, il futuro del liceo del Made in Italy rimane sospeso mentre le istituzioni si sforzano di trovare una soluzione che possa garantire la realizzazione del progetto senza compromettere la qualità della formazione scolastica. È evidente che il cammino verso un’istruzione che valorizzi le eccellenze italiane deve fare i conti con la complessità burocratica, ma il Ministero è determinato a continuare in questa direzione. Resta ora da vedere come si evolverà la questione nei prossimi mesi.