Toti commenta il patteggiamento: "Dopo 4 anni d’inchiesta, la montagna ha partorito il topolino"
Genova – Giovanni Toti, ex presidente della Regione Liguria, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito al suo recente patteggiamento, che segna la conclusione di un’inedita e lunga inchiesta durata quattro anni. Le sue parole, divenute headline nel panorama politico, evidenziano un sentimento di parziale soddisfazione ma anche di critica rispetto alla lunghezza e alla natura delle accuse.
“Un patteggiamento non vuol dire essere colpevoli”, ha sottolineato Toti durante le sue interviste. L’ex governatore ha chiarito che sebbene l’accordo con la Procura implichi una forma di mediazione, il contenuto delle accuse non si è concretizzato in nulla di rilevante rispetto a ciò che gli era stato imputato. Con il noto detto “la montagna ha partorito il topolino”, Toti indica come, nonostante il clamore iniziale, i risultati dell’inchiesta siano stati poco sostanziali.
Toti ha voluto enfatizzare che “nessun atto illecito è stato compiuto” e che tutte le pratiche legate alla sua attività politica sono stati condotte in maniera legittima. Si è difeso affermando che “tutti i soldi donati al mio comitato sono stati usati per la politica e non per arricchimento personale”. Sebbene rimanga in piedi un’accusa di corruzione ambientale, l’ex presidente ha messo in discussione la natura stessa delle accuse, sostenendo che interagire con le imprese affinché investano nella propria comunità, come sostenitore politico, non dovrebbe configurarsi come un reato.
“Se parlare con le imprese e portarle a investire quando le stesse sono finanziatrici della politica significa commettere un reato, il problema non è di Toti, ma della politica”, ha dichiarato con decisione, evidenziando una questione più ampia che tocca il rapporto tra politica e imprenditoria.
Toti ha ammesso di prendersi un “piccolo pezzo di responsabilità” per il legame tra i finanziamenti ricevuti dal suo comitato e alcuni atti che hanno sollevato interrogativi. Ritiene, tuttavia, che qualsiasi accordo giuridico comporti sempre compromessi. Concludendo il suo discorso, ha osservato soddisfatto che “alla fine anche i pubblici ministeri hanno deciso che le accuse potevano essere derubricate in molto meno”, un’evidente inversione di tendenza rispetto alla pesantezza delle accuse originarie.
Con queste affermazioni, Toti spera di chiudere un capitolo difficile della sua carriera politica, ma continua a sollevare interrogativi sul modo in cui il sistema politico attuale interagisce con il mondo degli affari, lasciando intendere che, in assenza di cambiamenti, la questione continuerà a rimanere sul tavolo.