Umberto Galimberti chiede il divieto dei cellulari a scuola: “È una cosa giusta, ma non funzionerà”
Modena – Durante il Festival della Filosofia di Modena, il noto filosofo Umberto Galimberti ha espresso un’opinione netta sull’uso degli smartphone tra gli adolescenti in ambito scolastico, dichiarando: “È una cosa giusta, dalla scuola eliminerei gli smartphone”. La sua affermazione apre un dibattito attuale e spinoso, che coinvolge insegnanti, studenti e genitori.
Parlando di fronte a un pubblico attento, Galimberti ha sottolineato l’inadeguatezza dei cellulari durante le lezioni, affermando: “Cosa vuol dire che il professore parla e tu guardi il telefono, o la versione di greco la tiri giù dal telefonino?” Il filosofo ha posto l’accento sull’impatto negativo che questa abitudine può avere sull’attenzione e sull’apprendimento degli studenti.
Tuttavia, la sua posizione arriva con una nota di pessimismo. “Quest’impresa non riuscirà”, ha aggiunto, spiegando che “tutte le cose che s’impongono non funzionano.” Queste parole riflettono una certa rassegnazione di fronte alla difficile applicabilità di un divieto che, sebbene motivato da buone intenzioni, si scontra con la realtà dei comportamenti giovanili e con la cultura tecnologica contemporanea.
Galimberti ha parlato a margine della conferenza stampa che ha preceduto la sua lezione magistrale focalizzata su Psiche, blending filosofia e attualità. Le sue osservazioni hanno suscitato interesse e dibattito tra i partecipanti al festival, sottolineando come il problema dell’uso degli smartphone in contesti educativi sia ancora ben lontano dalla risoluzione.
Questo topic continua a generare discussioni in tutta Italia, coinvolgendo pedagoghi e esperti nel tentativo di trovare soluzioni adeguate che possano bilanciare tecnologia e formazione in un’epoca sempre più digitalizzata. La posizione di Galimberti rappresenta solo una delle molteplici opinioni su un tema che tocca le responsabilità educative e familiari nella crescita degli adolescenti.