Tumore alle Ovaie: L’importanza della Prevenzione e la Storia di Bianca Balti
Il caso di Bianca Balti, la nota top model, ha riacceso l’attenzione sul tumore alle ovaie, una patologia che, come dichiarato dalla dottoressa Chiara Cassani dell’Università degli Studi di Pavia, è spesso diagnosticata in fase avanzata. Durante una recente intervista, la specialista ha evidenziato che nel 70-80% dei casi, come nel caso di Balti, i tumori ovarici vengono identificati quando sono già in uno stato avanzato. Questo sottolinea l’urgenza di una maggiore consapevolezza e informazioni efficaci riguardo alla prevenzione di questa malattia.
Bianca Balti, che ha già affrontato un intervento di doppia mastectomia a causa della predisposizione genetica all’oncologia (essendo portatrice della mutazione BRCA1), è stata dimessa recentemente dopo un intervento chirurgico per rimuovere un tumore ovarico al terzo stadio. La sua storia, purtroppo, mette in evidenza come il tumore ovarico continui a rappresentare una delle principali cause di morte tra le donne affette da neoplasie ginecologiche.
Secondo la Dottoressa Cassani, la prevenzione efficace è ancora una sfida. Attualmente, non esistono test di screening validi per diagnosticare precocemente il tumore ovarico. “L’unica forma di prevenzione realmente efficace”, sostiene l’esperta, “è l’asportazione preventiva delle ovaie e delle tube, specialmente per chi ha una predisposizione genetica”. Quest’azione preventiva, benché radicale, è raccomandata dalle attuali linee guida.
La dottoressa approfondisce anche le raccomandazioni relative all’età per l’intervento: per le donne portatrici di mutazioni BRCA1 si suggerisce di operarsi tra i 35 e i 40 anni, mentre per chi è portatrice di BRCA2 il range si sposta tra i 40 e i 45 anni. Queste scelte devono però essere considerate anche nel contesto del desiderio di maternità, poiché l’asportazione delle ovaie porta all’impossibilità di avere figli senza ricorrere a tecniche di fecondazione assistita.
Il messaggio principale che la Dottoressa Cassani vuole trasmettere è chiaro: “Non abbiamo una metodica di screening per il tumore dell’ovaio”. Ciò porta a diagnosi tardive, come accaduto a Bianca Balti. È fondamentale pertanto che le donne portatrici di varianti genetiche siano curate e seguite da specialisti, creando un percorso di consapevolezza e scelta informata.
Per le donne interessate alla salute ginecologica, il caso di Bianca Balti e le osservazioni della Dottoressa Cassani offrono un’importante lezione: la prevenzione è un tema cruciale che necessita di attenzione e impegno collettivo, affinché si possa finalmente ridurre il drammatico impatto di questa malattia.