In Veneto multa al bagnino salva-vite: la polemica infuria
Un bagnino di Cavallino Treporti, colpevole di aver salvato una turista, si ritrova sanzionato per motivi burocratici. La vicenda solleva un acceso dibattito sull’equilibrio tra normativa e buonsenso.
VENETO – Un fatto singolare e controverso quello che si è verificato sulla spiaggia di Ca’ Savio, nel comune di Cavallino Treporti, dove Saverio Amato, un bagnino di 44 anni, è stato multato di oltre mille euro per aver effettuato un salvataggio in emergenza senza seguire procedure burocratiche. “Multato per omesse scartoffie, non va bene”, commenta il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.
Il salvataggio che ha scatenato la controversia risale al 3 settembre, quando una turista straniera di 70 anni ha accusato un malore mentre si trovava in acqua. Il bagnino, prontamente intervenuto, è riuscito a portare la donna in salvo e ha chiamato i soccorsi. Due settimane dopo, però, Amato si è visto recapitare un verbale di accertamento dalla Capitaneria di Porto, che ha evidenziato come non avesse segnalato la situazione di pericolo all’ufficio marittimo, violando così una norma della sicurezza balneare.
Le norme da rispettare sono importanti, ma la burocrazia non deve sopraffare il buon senso. Questo il messaggio chiaro di Zaia, il quale ha dichiarato sui suoi profili social: “Mi auguro lo si voglia applicare nel caso del bagnino di Cavallino-Treporti, protagonista del salvataggio”. Il presidente della Regione ha elogiato l’efficacia e la prontezza dell’intervento di Amato, auspicando che le autorità competenti possano rivedere la sanzione alla luce dei fatti.
La sindaca di Cavallino Treporti, Roberta Nesto, si è schierata al fianco del bagnino, affermando che “per noi conta la sostanza: questa vicenda conferma la sicurezza della nostra spiaggia.” Con parole di sostegno, ha annunciato l’intenzione di premiare Amato per il suo gesto eroico, sottolineando come la sua azione abbia rappresentato un chiaro esempio di dedizione e professionalità nel salvaguardare la vita umana.
La questione ha sollevato un vero e proprio dibattito pubblico, con numerosi cittadini, colleghi di lavoro e associazioni di categoria che si sono espressi in favore del bagnino. Molti ritengono che una multa in queste circostanze rappresenti non solo un’ingiustizia, ma anche un deterrente per altri soccorritori che potrebbero trovarsi in situazioni simili.
In un periodo in cui il settore turistico si confronta con una forte concorrenza mondiale, eventi come quello accaduto a Cavallino Treporti “non fanno bene all’immagine delle nostre spiagge”, conclude Zaia. La vicenda evidenzia il bisogno di un riequilibrio tra la necessità di seguire norme e regolamenti e il fondamentale istinto umano di aiutare il prossimo, soprattutto quando si tratta di emergenze vitali.
La comunità locale e le istituzioni continuano a seguire da vicino gli sviluppi della situazione, con la speranza che il buon senso prevalga su una burocrazia che, nel caso di Saverio Amato, è sembrata più un ostacolo che un supporto.