La capsula della morte: il controverso dispositivo per il suicidio assistito che ha shockato la Svizzera

Svizzera, la prima “capsula della morte”: un suicidio assistito solleva interrogativi legali e morali

Un nuovo e controverso strumento per il suicidio assistito è emerso in Svizzera, dove è stata utilizzata per la prima volta la capsula “Sarco”. Questo innovativo dispositivo, progettato in Olanda e realizzato tramite stampa 3D, si presenta come una camera sigillata in cui l’utente può entrare e premere un pulsante per iniettare gas azoto, garantendo una morte indolore in pochi minuti. Il costo dello sviluppo della capsula ammonta a oltre 1 milione di euro, sottolineando l’importanza economica e tecnologica di questa iniziativa.

Tuttavia, l’uso della capsula ha giĂ  avuto conseguenze legali. La polizia svizzera ha avviato un procedimento penale e ha arrestato diverse persone, inclusi quelli coinvolti nell’operazione della capsula e un fotografo che intendeva documentarne l’uso. Il suicidio, avvenuto nei pressi di una baita nella foresta di Merishausen, ha scatenato un’ondata di polemiche e preoccupazioni sulle implicazioni etiche di tali pratiche.

Il dottor Philip Nitschke, medico australiano e fondatore di Exit International, l’organizzazione che ha creato la Sarco, ha dichiarato che i legali svizzeri avevano fornito garanzie sulla legalitĂ  dell’uso della capsula. Tuttavia, il procuratore capo del cantone, Peter Sticher, ha avvertito che chi gestisce la capsula sarĂ  perseguito penalmente nel caso venisse utilizzata in contesti ritenuti illegittimi. Gli indagati, quindi, rischiano pene fino a 5 anni di carcere.

La legislazione svizzera consente il suicidio assistito, ma pone rigorose condizioni: il gesto deve essere compiuto senza “assistenza esterna” e non deve derivare da motivi “egoistici” da parte di chi assiste la persona. Questo solleva interrogativi profondi riguardo alla responsabilità etica e legale dei protagonisti coinvolti in simili pratiche.

Il dibattito su tali questioni è destinato a intensificarsi, mentre l’uso della capsula Sarco pone una sfida non solo alla legge, ma anche alla società nel suo complesso. Le implicazioni di una morte scelta attivamente da un individuo attraverso un dispositivo progettato specificamente per questo scopo sollevano interrogativi cruciali su dignità, autonomia e il ruolo della società nel supportare le proprie persone più vulnerabili.

Con la Svizzera che continua a essere un centro di riferimento per il suicidio assistito, la questione della Sarco potrebbe tracciare una linea sottile tra innovazione e controversia. Resta da vedere come verrĂ  affrontata la situazione a livello legale e quali influenze avrĂ  su future legislazioni e pratiche legate al fine vita nel resto del mondo.