Alluvioni e cambiamenti climatici: come convivere con il rischio e proteggere il nostro territorio

Alluvioni in Italia: L’allerta di un esperto

FIRENZE – Le alluvioni continuano a colpire il nostro paese, portando con sé devastazione e danni incalcolabili. Nicola Casagli, geologo di fama internazionale e presidente dell’Ogs, ha messo in guardia sulla crescente frequenza e violenza degli eventi meteorologici estremi. “Succede e succederà quest’anno, l’anno prossimo, tra dieci anni. Il dissesto geologico, in Toscana come in gran parte d’Europa, è un problema cronico”, ha dichiarato Casagli nell’intervista rilasciata all’Agenzia Dire.

Un quadro allarmante quello tracciato dall’esperto, in cui il cambiamento climatico e il massiccio consumo di suolo si confermano come i fattori principali alla base delle alluvioni. “Quando piovono 200, 300, 400 millimetri di pioggia in poche ore, non c’è territorio che tenga”, ha messo in evidenza. In effetti, eventi simili a quelli di Livorno nel 2017 o di Campi Bisenzio nel 2023 sono sempre più frequenti e da considerare con attenzione.

Il veloce aumento delle precipitazioni è un fenomeno che preoccupa, poiché la media annuale delle piogge può diminuire, ma il loro apporto si concentra in brevi periodi, rendendo il territorio vulnerabile. Casagli spiega che eventi simili a quelli storici, come l’alluvione di Firenze nel 1966, potranno diventare più rari, ma ciò non implica che le alluvioni di minore entità non possano avvenire frequentemente.

L’altro aspetto cruciale, come sottolineato dall’esperto, è il consumo di suolo eccessivo. “Abbiamo costruito in aree a rischio, senza alcun freno”, afferma. La questione economica gioca un ruolo fondamentale: “Costruire su terreni vergini è molto più economico rispetto al recupero di aree dismesse”. La necessità di una riorganizzazione urbanistica è urgente, e il miglioramento delle politiche territoriali potrebbe fare la differenza.

Adottare un nuovo approccio al rischio è essenziale. Casagli evidenzia la necessità di imparare a convivere con il rischio e di educare i cittadini riguardo a come funzionano i fenomeni naturali. “La maggior parte delle vittime e dei danni avviene a causa di comportamenti sbagliati”, avverte, citando l’esempio di chi tenta di muoversi in auto durante una forte pioggia.

Un altro aspetto da affrontare è quello del sistema di allerta, che deve essere migliorato e reso più accessibile alla popolazione. Casagli sottolinea che il sistema attuale, basato su codici colorati, ha salvato vite, ma bisogna fare di più: “Abbiamo bisogno di una cooperazione tra i dati e le informazioni disponibili, creando un sistema integrato che migliori l’allerta e la risposta agli eventi estremi”.

In conclusione, la lotta contro le alluvioni e il dissesto idrogeologico è complessa ma non impossibile. “Avere consapevolezza del rischio è il primo passo per proteggere le nostre vite e i nostri beni”, afferma Casagli. Solo attraverso una maggiore educazione, sensibilizzazione e riorganizzazione territoriale potremo sperare di affrontare meglio le sfide future, per non trovarci impreparati di fronte a eventi che, ormai, sembrano parte integrante della nostra realtà.