Gli studenti contro il ddl voto in condotta: “Rafforza la cultura autoritaria e punitiva”
La giornata di ieri ha segnato un passo significativo nel panorama educativo italiano con l’approvazione del disegno di legge sul voto in condotta, voluto dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Questa riforma, secondo i suoi detrattori, introduce misure che non solo cambiano i criteri di valutazione, ma accentuano anche un clima di repressione nelle scuole.
“Come denunciamo da mesi, questa riforma mira a rafforzare una cultura autoritaria e punitiva”, ha affermato Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti (UdS). Il ddl prevede la possibilità di applicare multe e punizioni severe in caso di violazioni del regolamento, trasformando il voto in condotta in uno strumento di controllo. Martelli ha messo in evidenza come questa nuova normativa permetta un’ampia discrezionalità nella valutazione degli studenti, creando rischi concreti di utilizzo arbitrario e punitivo.
Una delle preoccupazioni fondamentali è la volontà del ministro di imprimere una “svolta autoritaria” nel sistema educativo nazionale. “La limitazione della libertà di espressione degli studenti, che potrebbero trovarsi a temere per la propria valutazione finale, è una chiara minaccia alla cultura del dialogo e del confronto”, ha continuato Martelli. La riforma, a suo avviso, non solo ignora le necessità formative degli studenti, ma promuove anche una logica di esclusione e stigmatizzazione.
Inoltre, Francesco Valentini, responsabile della comunicazione dell’UdS, ha sottolineato l’importanza di riconsiderare le modalità didattiche e di valutazione. “Nella scuola bisogna immaginare nuovi strumenti che scardinino la gerarchia tra insegnante e studente per creare un clima di maggiore serenità e confronto”, ha affermato. La partecipazione attiva degli studenti nel processo valutativo e la restituzione di un feedback reale sono elementi fondamentali per un’educazione sana e costruttiva.
Martelli ha infine concluso che “ogni forma di punizione, soprattutto quelle che comportano l’allontanamento dalla comunità scolastica, non rappresentano un metodo formativo”. Al contrario, tali misure rischiano di discriminare ulteriormente coloro che già vivono situazioni di malessere, escludendoli anziché integrarli in un percorso di crescita condivisa.
Con il ddl sul voto in condotta che ora avanza, l’Unione degli Studenti si prepara a un continuo confronto con le istituzioni, determinata a difendere un’educazione più inclusiva e rispettosa dei diritti di tutti gli studenti.