Frangi e Natale nel Cda della Rai: opposizione spaccata tra consensi e dissensi
Il Consiglio di amministrazione della Rai si arricchisce di due nuovi membri: Federica Frangi e Roberto Natale, eletti oggi dall’Aula della Camera. I numeri parlano chiaro: su 231 deputati presenti, Frangi ha ricevuto 174 voti, mentre Natale 45. Questo voto ha messo in evidenza una forte spaccatura all’interno dell’opposizione, con il Movimento 5 Stelle (M5s) e Alleanza Verdi-Sinistra (Avs) che hanno espresso il loro consenso, mentre Partito Democratico (Pd), Azione e Italia Viva (Iv) hanno scelto di non partecipare.
La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha commentato la situazione, affermando che “è profondamente sbagliato rinnovare il CdA Rai senza prima discutere una riforma della governance”. Secondo Schlein, l’assenza di un dialogo politico adeguato fa sì che la destra continui a spartirsi le poltrone, e ha promesso che Giorgia Meloni sarà “l’ultima Presidente del Consiglio a lottizzare la Rai”.
Dall’altra parte, il presidente del M5s, Giuseppe Conte, ha difeso la scelta della propria formazione, sostenendo che “la spaccatura c’è stata da parte del Pd insieme a Renzi”. Conte ha evidenziato l’importanza del controllo da parte delle forze di opposizione, invitando a non lasciar spazio alla maggioranza governativa, e ha fatto un appello per un’azione piĂą coesa e strategica.
La presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia, ha sottolineato come l’elezione di Frangi e Natale “impedisca che ci fosse un CdA privo del presidio delle forze di opposizione”. Ha inoltre promosso una visione di collaborazione futura, invitando a un dialogo per costruire una Rai che sia davvero indipendente e al servizio dei cittadini. Floridia ha annunciato che già dal 1 ottobre ci sarà un’azione concreta verso una riforma della Rai, mirando a un ente più libero e trasparente.
La votazione ha quindi messo in luce non soltanto la nuova composizione del Cda, ma anche le tensioni evidenti all’interno dell’opposizione, contribuendo a un contesto politico in cui la governance del servizio pubblico rimane un tema di acceso dibattito. Gli sviluppi futuri si prospettano pertanto come cruciale per il futuro della Rai e delle relazioni fra le forze politiche in gioco.