L’Italia torna indietro nel tempo? Il Guardian critica la nuova norma sulla "tolleranza zero" nelle scuole
Roma, 27 settembre 2024 – La recente introduzione della misura sulla "tolleranza zero" per la cattiva condotta nelle scuole italiane ha suscitato un acceso dibattito, non solo in patria, ma anche a livello internazionale. In particolare, il giornale britannico The Guardian non ha esitato a mettere in relazione questa normativa con le leggi fasciste del 1924, sostenendo che simili disposizioni richiamano alla mente delle pagine buie della storia italiana.
Il quotidiano evidenzia che la bocciatura automatica degli alunni per comportamenti inadeguati “è simile a una misura introdotta per la prima volta dal governo fascista di Benito Mussolini”. Questo accostamento ha suscitato reazioni miste, riflettendo la preoccupazione di molti riguardo al ritorno a politiche di disciplina estreme, in un contesto educativo già fortemente provato.
La legge, fortemente sostenuta dal Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, si è resa necessaria in risposta a un impressionante aumento degli episodi violenti nel contesto scolastico. Secondo il Guardian, “Ci sono stati oltre il 110% di episodi aggressivi nei confronti del personale docente dall’inizio dell’anno rispetto al 2023”, una statistica allarmante che mette in luce una crisi di disciplina nel sistema educativo italiano.
Gli insegnanti hanno riferito di aggressioni che li hanno costretti a richiedere cure mediche e, in alcuni casi, i genitori degli studenti sono stati protagonisti di comportamenti inaccettabili. “Gli studenti spesso si scontrano con i loro insegnanti riguardo all’uso dei telefoni cellulari in classe”, un altro fattore che ha contribuito all’inasprimento delle misure disciplinari.
La legge di Mussolini, ricordata dal quotidiano, è rimasta in vigore fino alla metà degli anni ’70, quando le proteste studentesche hanno portato a una graduale abolizione. “Subì modifiche nel corso degli anni prima di essere completamente rimossa nel 2000”, si legge nell’articolo, sottolineando come percorsi educativi e politiche disciplinari siano stati oggetto di riflessione e cambiamento nel tempo.
Ora, di fronte all’implementazione della nuova legge italiana, la comunità educativa è divisa: da un lato, c’è chi sostiene che misure rigorose siano necessarie per tutelare il lavoro degli insegnanti e garantire un ambiente sicuro per l’apprendimento, dall’altro lato c’è chi teme che questo approccio possa inasprire ulteriormente le dinamiche relazionali nelle aule e danneggiare il processo educativo.
In questo clima di tensione e confronto, il dibattito sulla tolleranza zero nelle scuole italiane è destinato a perdurare, sollevando interrogativi fondamentali sul futuro dell’educazione in un paese che si trova a dover fare i conti con il proprio passato storico e le sfide contemporanee.