Manifestazione pro Palestina vietata | Censura o giusta prevenzione?

Il Tar respinge il ricorso: il governo vieta la manifestazione pro Palestina a Roma

ROMA – La decisione del Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) di respingere il ricorso presentato dalle associazioni pro Palestina ha scatenato polemiche e profonda indignazione tra gli organizzatori della manifestazione prevista per sabato 5 ottobre a Roma. L’evento, inizialmente autorizzato, è stato bloccato dalla Questura, che ha giustificato il divieto con "motivazioni di ordine pubblico".

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha sottolineato che il divieto si basa su "temuti problemi di ordine pubblico", esprimendo timori riguardo a potenziali incidenti. Secondo le autorità, le manifestazioni sono state preannunciate come eventi che potrebbero generare tensioni e contrapposizioni, con il rischio di degenerare in violenza. Piantedosi ha dichiarato: "Stiamo gestendo la situazione per garantire un fine settimana sereno", ringraziando le forze di polizia per il loro impegno.

Del resto, il nuovo questore di Roma, Roberto Massucci, ha annunciato che il divieto verrà rispettato con rigore, affermando che esiste un "ordine pubblico ideale" da proteggerе. Massucci ha aperto la porta a un possibile dialogo con gli organizzatori, ma ha rimarcato l’importanza di garantire la sicurezza durante l’eventuale mobilitazione dei manifestanti, che si concentreranno nei pressi della Piramide.

Le associazioni pro Palestina hanno reagito con forte disappunto a tale decisione. L’Unione democratica arabo palestinese (Udap), in particolare, ha denunciato un "diktat politico" volto a censurare le voci contrarie al governo italiano, accusato di complicità nel conflitto in Palestina. In una nota, l’Udap ha dichiarato: "Non si può sottostare a un tale sopruso", insistendo sulla necessità di manifestare solidarietà per il popolo palestinese, soprattutto nel contesto della crescente violenza in Medio Oriente.

In seguito alla decisione del Tar, gli organizzatori confermano la loro intenzione di "vederci in piazza" nonostante il divieto. Un chiaro segnale di sfida alla repressione, e una volontà di portare avanti la loro protesta pacifica. Con il conflitto che si intensifica e il numero di vittime in aumento, le associazioni chiedono un cambiamento di rotta e una maggiore attenzione sulla situazione in Palestina.

Le tensioni risultano in aumento nella capitale, con l’attesa di un fine settimana che potrebbe rivelarsi critico per l’ordine pubblico. Le autorità restano vigili, mentre le voci di dissenso continuano a crescere in un clima di crescente polarizzazione.