Netanyahu promette la liberazione dell’Iran | Ecco perché la storia dei “liberatori” è un clamoroso fallimento in Medio Oriente!

Netanyahu e il Mito dei Liberatori del Medio Oriente: Riflessioni sui Fallimenti di Israele e degli Stati Uniti

ROMA – Cosa sta realmente accadendo in Medio Oriente? Questo interrogativo si fa sempre più pressante nell’attuale contesto geopolitico, in cui l’analisi della situazione si complica ulteriormente. Un’opinione alternativa emerge sulle pagine de il Manifesto, dove il giornalista Alberto Negri smaschera i miti e i fallimenti legati ai tentativi di “liberazione” nella regione.

Le Dichiarazioni di Netanyahu
Le parole di Benjamin Netanyahu, rivolte alla popolazione iraniana, rappresentano un esempio emblematico di retorica politica. Netanyahu ha descritto il popolo iraniano come “popolo persiano” e ha affermato: “Quando l’Iran sarà finalmente libero, e quel momento arriverà molto prima di quanto la gente pensi, tutto sarà diverso.” Secondo Negri, è “assieme singolare” che un leader con un tale track record di violenza prometta libertà a una nazione, mentre in patria perpetua un regime di apartheid verso i palestinesi senza considerare la possibilità di uno stato palestinese.

Le Illusioni dei Liberatori
Negri ricorda che non è la prima volta che le potenze occidentali si sono presentate come “liberatori”. L’editorialista punta il dito contro i disastrosi risultati delle guerre in Iraq e Afghanistan, esprimendo la convinzione che questi eventi siano diventati emblemi delle tragedie mediorientali. “Dopo l’11 settembre, gli americani invasero l’Afghanistan, solo per riconsegnare il Paese ai talebani in una vergognosa fuga”, sottolinea Negri, richiamando alla memoria la scarsa visione strategica dei pianificatori americani.

Il Caso Iraq
Il fallimento più vistoso si è verificato in Iraq, dove l’occupazione del 2003, giustificata dall’imminente scoperta di armi di distruzione di massa, si è trasformata in un incubo. Negri menziona il professore Bernard Lewis e le sue previsioni ottimistiche riguardo alla liberazione di Baghdad. In realtà, la liberazione non ha portato alla felicità prevista, ma a un lungo periodo di conflitto, terrorismo e disperazione. Come sottolinea l’autore, “centinaia di migliaia di morti e milioni di profughi sono il lascito di tali avventure militari.”

Le Conseguenze Delle Interferenze Occidentali
In un’analisi approfondita, Negri sostiene che la vera svolta nella lotta all’ISIS non sia stata dovuta agli Stati Uniti, ma ai Pasdaran iraniani, dimostrando l’inefficacia delle strategie occidentali. Il Pentagono, in effetti, aveva pianificato attacchi contro ben sette paesi in un arco di cinque anni, ma la cruda realtà ha mostrato che tali ambizioni si sono tradotte solo in caos e instabilità.

Il Ritorno al Caos
Leggendo il passato, l’editorialista riflette sulle cosiddette “primavere arabe” del 2011, che dovevano portare democrazia ma hanno generato solo regimi autocratici. In conclusione, Negri non si stupisce del fatto che oggi un nuovo ordine venga invocato in Libano, dove Israele ha già sperimentato il fallimento nel 2006. "Ogni volta, dai ‘liberatori’ abbiamo ereditato un caos peggiore di quelli precedenti. È la destabilizzazione perenne, non la pace, il vero obiettivo."

Questo punto di vista critico invita a una profonda riflessione su come le dinamiche di potere e libertà nel Medio Oriente siano influenzate dalle narrazioni e dalle azioni dei “liberatori” e pone interrogativi sul futuro della regione, che sembra ancora lontano da una reale stabilità e pace duratura.