Hassan Hamad, un giovane giornalista palestinese di 19 anni, ucciso da un attacco israeliano: le terribili circostanze della sua morte
ROMA – Hassan Hamad, un giovane giornalista di soli 19 anni, è stato tragicamente ucciso in un attacco israeliano a Gaza, come confermato dalla sua emittente, Al Jazeera. Il corpo di Hamad è stato ritrovato in condizioni inimaginabili: i suoi resti sono stati distribuiti in sacchetti di plastica e scatole di scarpe, un tragico epilogo per un ragazzo che ha dedicato la sua vita a documentare le atrocità del conflitto.
Hamad viveva nel campo profughi di Jabalia, nel nord di Gaza, e ha trascorso l’ultimo anno a filmare le devastazioni inflitte dagli attacchi israeliani. Si era spesso appollaiato su un tetto per filmare, affrontando pericoli inimmaginabili per cercare un segnale internet funzionale a inviare i suoi video in tutto il mondo. Recentemente, aveva ricevuto minacce dirette da un ufficiale israeliano tramite WhatsApp, un chiaro segnale della guerra contro i giornalisti che operano nella zona.
“Hassan Hamad, giornalista, non è vissuto oltre i 20 anni. Ha resistito per un anno intero a modo suo”, si legge in un post pubblicato sull’account di Hamad, evidentemente scritto da un collega. L’emozione è palpabile, mentre si racconta di come si fosse distaccato dalla sua famiglia per proteggerla dai rischi del conflitto, e come avesse sopportato il dolore di una ferita alla gamba per continuare a filmare le conseguenze delle ferite inferte alla sua gente.
Le sue ultime ore sono state inquietanti e drammatiche. Dopo aver esplorato le aree bombardate, Hamad era tornato a cercare un segnale per inviare il suo ultimo video. Al Jazeera ha confermato di aver verificato le immagini del corpo di Hamad, evidenziando così la violenza sistematica esercitata contro coloro che cercano di riportare la verità.
Il "Committee to Protect Journalists" ha rivelato che dal 7 ottobre, quando è iniziato il conflitto attuale, almeno 128 giornalisti sono stati uccisi dall’esercito israeliano a Gaza. Questo dato sottolinea la grave realtà in cui operano molti reporter, che affrontano incessanti minacce e attacchi nella loro ricerca di verità e giustizia.
Hassan Hamad non solo ha pagato con la vita il costo della sua professione, ma ha inoltre rappresentato l’ineffabile coraggio di quelli che, come lui, cercano di portare alla luce le condizioni drammatiche della loro terra. La sua morte non sarà dimenticata, e il suo lavoro continuerà a ispirare coloro che lottano per la libertà e la verità.