Israele Intensifica le Operazioni Militari: Netanyahu Convoca il Gabinetto di Guerra
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato un gabinetto di guerra d’emergenza in seguito a un’intensificazione dei conflitti con Hamas e Hezbollah. Questo sviluppo arriva mentre l’esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito 120 obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano, accompagnato da sei raid aerei nella periferia meridionale di Beirut.
L’escalation militare si è accompagnata a una mobilitazione da parte delle famiglie degli ostaggi israeliani. In un’iniziativa significativa, attivisti e parenti hanno organizzato un sit-in silenzioso a Tel Aviv, bloccando temporaneamente l’autostrada e esponendo cartelli con scritte come “Fermate la guerra. Salvate gli ostaggi” e “Siglate l’accordo”. Questi eventi avvengono nel contesto del primo anniversario dell’attacco di Hamas, che ha portato alla cattura di 240 persone e alla morte di 1.200.
Nella “Piazza degli ostaggi” a Tel Aviv, un concerto ha visto la partecipazione di diverse personalità dello spettacolo e familiari delle vittime, in segno di omaggio ai loro cari. Questo spazio è divenuto un simbolo delle manifestazioni contro la violenza e per il ritorno degli ostaggi.
In risposta ai recenti attacchi, l’esercito israeliano ha annunciato operazioni di evacuazione per i villaggi a nord di Israele. Nonostante la maggior parte dei missili lanciati da Hamas, Hezbollah e gli houthi siano stati intercettati, la tensione rimane palpabile. Il bilancio delle vittime, riportato dal ministero della Sanità, è agghiacciante: 2.083 morti e 9.869 feriti in un solo anno di conflitto.
In Gaza, la situazione è altrettanto grave, con l’esercito che ha emesso nuove ordinanze di evacuazione per le zone a nord e sud della Striscia. Gli attacchi aerei continuano a mietere vittime, con cinque deceduti a Jabalia nelle ultime ore. Il conteggio complessivo dei morti a Gaza ha raggiunto 41.909, con oltre 97.000 feriti.
L’intensificarsi delle operazioni militari e le manifestazioni dei cittadini riflettono una nazione in cerca di risposte e un governo che deve affrontare le crescenti pressioni interne mentre la guerra continua a imperversare. I familiari degli ostaggi hanno fatto appello al governo, chiedendo un intervento prioritario per il salvataggio di chi è ancora prigioniero, un messaggio che si sta facendo sempre più forte e chiaro nel contesto di questo conflitto devastante.