Calciatori del Napoli nel mirino della criminalità: la denuncia di Juan Jesus
In un inquietante sviluppo, il calciatore del Napoli Juan Jesus ha rivelato di essere stato pedinato per un mese, portando alla luce una serie di episodi di criminalità che hanno colpito i tesserati della società partenopea. Nella notte tra il 9 e il 10 ottobre 2024, il difensore brasiliano ha pubblicato un video su Instagram in cui mostra la sua Range Rover, devastata nel tentativo di furto da parte di malviventi.
“Sicurezza zero, dopo quasi un mese di pedinamento, oggi hanno provato a portare via la mia macchina. Che brutta sensazione, fate vomitare”, ha scritto Juan Jesus, evidenziando il clima di insicurezza che circonda i giocatori di calcio in città.
L’episodio di Juan Jesus non è un caso isolato. Solo il mese scorso, David Neres fu rapinato a mano armata mentre si trovava bloccato nel traffico, al termine della partita Napoli-Parma. In quel caso, i ladri portarono via un orologio di valore, rompendo il vetro dell’auto.
Una spirale di violenza
La lista dei calciatori vittime della criminalità è lunga e preoccupante. Marek Hamsik, ex capitano del Napoli, ha subito due episodi simili nel 2008 e nel 2013, entrambi caratterizzati da vetri rotti e minacce con pistole. Anche Valon Behrami, Lorenzo Insigne e Arkadiusz Milik hanno avuto esperienze simili con furti e rapine.
In un altro episodio, le mogli di celebri calciatori come Edinson Cavani e Ezequiel Lavezzi sono state escluse dall’elenco delle vittime, aggiungendo un ulteriore strato di preoccupazione alla questione. Anche l’allenatore della Nazionale italiana, Luciano Spalletti, ha subito un furto, quando i ladri hanno preso di mira la sua Panda.
Un allarme inascoltato
Questi eventi sollevano interrogativi sulla sicurezza dei calciatori e, più in generale, sulla capacità delle autorità di proteggere i cittadini. Infatti, a maggio 2009, il caso di Marcelo Zalayeta da poco tornato in Serie A, segnò un punto di svolta nella percezione della sicurezza: l’attaccante fu narcotizzato e derubato nella sua villa sul lago d’Averno, un avvenimento che ha lasciato un segno profondo nella memoria collettiva.
La denuncia di Juan Jesus non può passare inosservata; serve un intervento deciso delle autorità locali e una riflessione collettiva per garantire protezione e sicurezza ai protagonisti del calcio e alla cittadinanza. La società sportiva, le istituzioni e la comunità devono unirsi per affrontare un problema che sta creando un clima di incertezza e paura.