800.000 tonnellate di bombe su Gaza | Il terribile segreto delle polveri di amianto che nessuno vuole svelare!

800.000 tonnellate di bombe su Gaza: l’amianto ucciderà a scoppio ritardato

ROMA – I bombardamenti che da oltre un anno devastano la Striscia di Gaza non stanno solo causando un’immediata perdita di vite umane e infrastrutture. La diffusione di polveri di amianto nell’aria e nel suolo potrebbe trasformarsi in una "sentenza di morte" a lungo termine. Questa inquietante previsione proviene da un’inchiesta di Al Jazeera, che ha intervistato il dottor Roger Willey, un esperto di fama mondiale nel campo dell’amianto.

Secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite, l’esercito israeliano ha sganciato circa 800.000 tonnellate di bombe su un’area di 360 chilometri quadrati, abitata da 2,3 milioni di persone. Le immagini satellitari rivelano che oltre l’80% degli edifici della regione è stato distrutto. Questa situazione ha portato alla liberazione di amianto presente in vari edifici, tra cui magazzini e campi profughi, strutture ricche di questo minerale noto per le sue qualità isolanti e ignifughe, ma altamente tossico se inalato.

L’amianto è stato bandito in molti paesi sin dagli anni Ottanta a causa del suo legame con gravi patologie, come il mesotelioma, un raro tipo di cancro che colpisce le membrane dei polmoni e dell’addome, oltre a tumori ai polmoni, alla laringe e alle ovaie. Il dottor Willey ha definito la situazione di Gaza come una ripetizione degli effetti devastanti dell’attacco alle Torri Gemelle nel 2001: “Allora avevo previsto che sarebbero morte più persone a causa delle malattie legate all’amianto di quante ne siano state uccise negli attacchi dell’11 settembre. Sarà esattamente la stessa cosa a Gaza”.

L’inquinamento atmosferico dovuto alle polveri di amianto si tradurrà in un aumento esponenziale di malattie respiratorie e oncologiche. Willey ha sottolineato che "Le concentrazioni di amianto nell’aria saranno enormemente elevate, e questo significa mesotelioma assicurato."

La fugacità del rischio rappresenta un ulteriore problema per i residenti di Gaza. “L’unico modo per mettersi al riparo dal rischio di inalare particelle di amianto è salire in macchina e allontanarsi il più possibile”, ha dichiarato Willey, ma la fuga è resa difficile dalle incessanti operazioni militari e dalla complessità dei permessi necessari per lasciare il territorio.

Già nel 2009, il Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite (Unep) aveva avvertito della presenza di amianto in diverse strutture a Gaza, identificando tipologie pericolose come l’amianto blu, o crocidolite. Nel 2016, l’Unep aveva stimato che oltre 209.000 persone erano morte a causa dell’esposizione all’amianto per motivi professionali, rappresentando una percentuale significativa delle morti oncologiche sul posto di lavoro.

Allo stato attuale, Gaza si trova di fronte a una crisi ben oltre le devastazioni immediate causate dai bombardamenti: è in gioco la salute a lungo termine di una popolazione già profondamente provata. La comunità internazionale è chiamata a rispondere a una situazione di emergenza che potrebbe rivelarsi catastrofica per la salute pubblica nei decenni a venire.