Il cardinale Zuppi lancia un appello shock | Perché la guerra NON è la soluzione ai conflitti

Roma, 11 ottobre 2024 – In un appello forte e chiaro contro la crescente violenza e la guerra, il cardinale Matteo Maria Zuppi ha condannato gli attacchi contro la missione di pace dell’Onu in Libano, Unifil. L’arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei) ha preso la parola durante l’Humanitarian Congress, organizzato dalla ong Intersos al museo Ara Pacis, sottolineando la necessità di difendere l’integrità delle istituzioni internazionali.

«Non possiamo permettere che la guerra venga considerata un modo per risolvere i conflitti», ha esordito Zuppi in un messaggio video, sottolineando che questi sono "alcuni dei momenti più preoccupanti da decenni". Il richiamo è ancor più significativo alla luce degli eventi recenti, tra cui i bombardamenti israeliani che hanno colpito non solo Beirut ma anche le postazioni di Unifil, mettendo in discussione il lavoro della missione di pace.

Il cardinale Zuppi ha voluto riaffermare la centralità delle Nazioni Unite nel tentativo di mediare e risolvere i conflitti globali. «L’Onu è l’organismo principale al quale è stato affidato il compito di risolvere i conflitti», ha affermato, mettendo in evidenza i rischi legati alla delegittimazione di questa istituzione.

La sua denuncia non è rivolta solo agli attacchi diretti; il presidente della Cei ha anche evidenziato l’importanza del rispetto del diritto umanitario internazionale. Durante il congresso, che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle questioni umanitarie, Zuppi ha reiterato la necessità di unirsi contro le violazioni che minacciano non solo la pace ma anche i diritti fondamentali di milioni di persone.

Concludendo il suo intervento, il cardinale ha ribadito l’urgenza di un’azione collettiva per affrontare le crisi in atto e salvaguardare la dignità umana, invitando tutti a non abituarsi alla guerra e a coltivare piuttosto un dialogo costruttivo e pacifico. In un momento storico in cui la stabilità internazionale è a rischio, il suo messaggio risuona forte e chiaro: la pace richiede impegno e dedizione.