Carri armati israeliani irrompono in una base Unifil, feriti 15 militari
ROMA – Un grave incidente si è verificato nelle prime ore del mattino di oggi, quando carri armati israeliani hanno fatto irruzione in una base della missione di peacekeeping delle Nazioni Unite (Unifil) a Ramiya, in Libano. La missione ha riportato che durante l’attacco sono stati feriti 15 militari, che attualmente ricevono cure per le conseguenze legate a fumi tossici. I fatti sono avvenuti tra le 4.30 e le 6.40, quando molti peacekeeper si trovavano nei bunker per garantire la loro sicurezza.
L’irruzione ha visto i carri armati israeliani distruggere il cancello d’ingresso della base. Secondo la ricostruzione fornita da Unifil, l’operazione è durata circa 45 minuti e si è conclusa soltanto dopo una protesta formale inviata dalla missione attraverso canali diplomatici. Tuttavia, gli spari provenienti dalla postazione israeliana sono continuati fino a circa 6.40, creando ulteriori tensioni.
In seguito all’incidente, Unifil ha evidenziato che la salute dei peacekeeper colpiti è stata compromessa, riportando irritazioni cutanee e problemi gastrointestinali a causa del fumo tossico. L’agenzia ha anche sottolineato che, nei giorni precedenti, era stato necessario ricordare all’esercito israeliano il suo obbligo di garantire la sicurezza e l’incolumitĂ del personale delle Nazioni Unite.
Meloni in contatto con Netanyahu: “Inaccettabile l’attacco a UNIFIL”
La situazione ha suscitato reazioni a livello internazionale. Il Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha subito contattato il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, per esprimere la propria preoccupazione. Meloni ha definito “inaccettabile” l’attacco alle forze di UNIFIL, sottolineando l’importanza della stabilitĂ regionale e della protezione dei peacekeeper. Durante la conversazione, ha riaffermato l’impegno dell’Italia a sostenere la missione Unifil e la necessitĂ di una de-escalation nella regione.
Il Presidente Meloni ha inoltre ribadito il valore della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, convinta che la sua attuazione possa contribuire alla stabilizzazione della regione, oltre a garantire il rientro degli sfollati nelle loro abitazioni. La premier ha chiesto un impegno condiviso per evitare incidenti futuri e garantire la sicurezza delle operazioni di peacekeeping.
Il quadro attuale, dunque, si presenta complesso e carico di tensione, richiedendo un’attenzione continua da parte della comunitĂ internazionale nell’assicurare la sicurezza in un’area storicamente instabile.