FIRENZE – Un imponente recupero di opere d’arte si è recentemente concluso a Firenze, dove le forze dell’ordine italiane, in collaborazione con l’FBI, hanno riportato alla luce ben 695 opere d’arte trafugate da alcune delle più prestigiose dimore nobiliari. L’operazione, che ha richiesto un’accurata e prolungata indagine durata tre anni, ha previsto il coinvolgimento dei carabinieri specializzati nella tutela del patrimonio culturale e nell’investigazione scientifica.
Il punto di partenza per questa maxi indagine risale al 2021, dopo la denuncia di un furto occorso tra la fine del 2018 e la metà del 2019, riguardante l’importante libro di botanica ‘De Historia Stirpium Commentarii Insignes’ del 1542, del medico e botanico tedesco Leonhart Fuchs. La recupero di quest’opera nel 2022 ha dato il via a ulteriori accertamenti, portando all’indagine di 12 soggetti, accusati di varie infrazioni e sottoposti a perquisizione.
Al centro della trama di questi furti si trova un indagato, un manutentore, accusato di aver sfruttato il suo ruolo per saccheggiare sistematicamente opere d’arte e beni culturali durante piccoli lavori di manutenzione nelle dimore nobiliari. Con l’aiuto di altri complici, questi beni venivano poi rivenduti nel mercato antiquario, sia in Italia che all’estero.
Il coinvolgimento dell’FBI e del servizio Interpol si è rivelato cruciale nel processo di recupero, dato che i dipinti e gli oggetti d’arte erano stati acquistati da collezionisti ignari in Stati Uniti, Emirati Arabi e Inghilterra. Tra le opere recuperate si annoverano quattro piatti in ceramica timbrati ‘Manifattura Ginori a Doccia’, realizzati per la presidenza della Repubblica, servizi in porcellana finissima decorati in oro zecchino del 1820, un piatto della dinastia Ming risalente alla fine del XVII secolo e un dipinto del noto artista Giovanni Fattori.
Questo considerevole bottino, ora sotto il controllo delle autorità giudiziarie, sarà restituito ai legittimi proprietari, segnando un importante traguardo nella lotta contro il traffico illecito di opere d’arte. L’operazione ha evidenziato non solo la vulnerabilità di beni culturali di valore inestimabile, ma anche la necessità di una cooperazione internazionale per combattere il crimine in questo ambito.